Moratti svela la telefonata con Steven Zhang: è il racconto di una lotta strenua per tenersi l’Inter
Steven Zhang è chiuso nel silenzio, nessuna dichiarazione ufficiale dopo che ha perso la proprietà dell'Inter per non aver onorato il debito – con relativi interessi – che aveva contratto tre anni fa col fondo americano Oaktree: quasi 400 milioni di euro che doveva restituire entro il 21 maggio, cosa che non ha fatto, nonostante i disperati tentativi di cui si avvertono gli echi nella telefonata che l'imprenditore cinese ha avuto con Massimo Moratti, raccontata dall'ex presidente nerazzurro.
La telefonata di Moratti con Steven Zhang
"Sì, sono riuscito a parlare con Steven Zhang. Si è detto dispiaciuto, parecchio dispiaciuto. Avevo raccontato fin da subito che si tratta di un ragazzo perbene, intelligente, serio. Alla guida dell'Inter è cresciuto diventando un vero presidente. Oltre ai trofei che ha portato e ai soldi investiti. Tanti. Non dimentichiamolo mai", spiega Moratti, che resta il presidente più vincente della storia dell'Inter (16 trofei messi in bacheca, tra cui 4 Scudetti e lo storico Triplete con la Champions), seguito adesso proprio da Steven Zhang, che ha appaiato suo padre Angelo Moratti (7 trofei, anche se quelli di Moratti Sr sono più pesanti, uno Scudetto in più e soprattutto due Coppe dei Campioni).
La battaglia di Zhang per tenersi l'Inter
Moratti dà il senso della strenua battaglia di Zhang per non perdere l'Inter: "L'ho sentito dispiaciuto nella misura in cui ha cercato ogni mossa per tenersi l'Inter. Ha lottato fino all’ultimo – dice al Corriere della Sera il 79enne petroliere, che poi però si lascia scappare che la situazione finanziaria del figlio di quel Zhang Jindong che aveva costruito l'adesso traballante impero di Suning è davvero difficile – Steven stava già esposto di molto con le banche: dove li trovava i soldi?".
Terra bruciata intorno a Zhang
La risposta è che nessuno era più disposto a dargli credito, basti pensare che Zhang Jr non si vede in Italia da un anno, neanche la festa Scudetto dell'Inter lo ha smosso dalla Cina: ci sono pendenze che lo inseguono fin qui. A marzo scorso la Corte d'Appello di Milano ha riconosciuto la sentenza di un Tribunale di Hong Kong in seguito alla quale China Construction Bank Asia Corporation può rivalersi su eventuali beni italiani di proprietà dell'ormai ex presidente (che per questo non ha mai percepito uno stipendio dall'Inter…) a compensazione di un debito di 320 milioni maturato in patria. Lottare evidentemente non basta, se mancano i soldi per tenersi una società che vale ben oltre il miliardo (sia pure con debiti tuttora pesantissimi per centinaia di milioni).