Morata torna a parlare del Barcellona: “C’è stata una trattativa, ma Allegri ha bloccato tutto”
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Alvaro Morata è stato il protagonista di uno vero e proprio "Sliding Doors" nel mese di gennaio. Durante il mercato invernale, infatti, è stato letteralmente ad un passo dal vestire la "camiseta" blaugrana, con l'allenatore del Barcellona Xavi che lo ha chiamato alla sua corte. Alla fine così non è stato: lo spagnolo era seriamente intenzionato e convinto del progetto catalano, ma all'ultimo ha preferito rimanere in casa bianconera. Esiste un fautore nella scelta finale dell'attaccante della Juventus e si chiama Massimiliano Allegri.
Il tecnico ha infatti convinto Morata, promettendogli un ruolo da protagonista in una posizione diversa da quella in cui era stato impiegato fino a quel momento. Questa promessa è stata mantenuta proprio grazie all'approdo in casa Juve di Dusan Vlahovic dalla Fiorentina, con lo spagnolo che si è piazzato alle sue spalle: situazione difficile da immaginare, in quanto si pensava che con l'arrivo del serbo, le chance di Morata nell'undici titolare della "vecchia signora" si sarebbero del tutto esaurite.
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La scelta dello spagnolo si è rivelata azzeccata: nonostante gli obiettivi sfumati della Juve tra Champions e campionato e idee di gioco offensivo inesistenti, da gennaio l'attaccante ha comunque trovato il proprio spazio ed è stato anche decisivo in qualche occasione, realizzando tre gol e tre assist. Ma non è solo l'aspetto materiale quello che ha fatto la differenza: Morata ha anche ritrovato la serenità mentale con l'ambiente. Oggi lo stesso attaccante bianconero ha confermato tutti i retroscena che hanno portato alla sua decisione:
"Ho parlato con Allegri, perché stavano succedendo delle cose che avevo già vissuto in altre squadre – racconta l'ex Atletico Madrid – Io non sono un attaccante adatto al gioco fisico, ho bisogno di spazi per correre. Allegri mi ha detto che stava per arrivare un altro attaccante e che io avrei giocato da seconda punta dietro di lui, a quel punto tutte le porte si sono chiuse. È vero che ci sono state delle possibilità di andare via e si parlava del Barcellona, ma dopo quella conversazione l'allenatore mi ha detto che non l'avrebbe permesso".
Tuttavia, il futuro di Morata è ancora incerto. La Juventus dovrà decidere se riscattarlo o meno dall'Atletico Madrid a fine giugno, ma per lui andrebbero bene entrambe le strade: "Non dipende molto da me, alla fine sono un professionista e ho ancora un contratto con l'Atletico Madrid. Non so cosa accadrà in futuro, ho sempre detto che sono felice sia in Italia che in Spagna. Anche a Torino sto molto bene, lo stile di vita degli italiani è molto simile a quello degli spagnoli. È bastato un piccolo periodo di adattamento per sentirmi a casa, anche i bambini sono felici quando tornano in Spagna. Prima di arrivare a Torino, non mi aspettavo ci fossero abitudini così simili tra i due paesi".
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La priorità dello juventino sembra piuttosto essere la propria nazionale, che a differenza della nostra giocherà il mondiale in Qatar e vorrà tornare ad essere protagonista a livello globale. L'obiettivo di Morata è proprio quello di esserci e di vincerlo: "I sogni di un ragazzo che inizia a giocare a calcio sono vincere la Champions League e giocare un campionato del mondo con la propria Nazionale. È il desiderio che abbiamo tutti – ammette lo spagnolo – soprattutto dopo l'ultimo Europeo. Tutta la Spagna credeva in noi, sono sicuro che se avessimo battuto l'Italia saremmo diventati campioni. È ancora una ferita. Lo dico molte volte, ma nessuno mi crede: se vinco qualcosa con la Spagna, il giorno dopo torno a casa".