Morata non stava bene prima del rigore sbagliato: “Ma ha voluto tirare lo stesso”
Alvaro Morata croce e delizia di una Spagna che da ieri sera guarda da spettatrice l'Europeo 2020. Merito di Jorginho capace di realizzare il penalty decisivo e di Donnarumma autore della parata sull'attaccante spagnolo. Ma anche ‘colpa' di un Morata che ha chiuso la sua avventura continentale così come l'aveva iniziata: tra le critiche in patria. Ingiuste e ingiustificabili, alcune imperdonabili come le minacce arrivate a Morata e famiglia. Ma c'è anche chi lo difende, lo ha sempre difeso e continuerà a farlo, Luis Enrique.
Il ct spagnolo non ha lesinato ringraziamenti a tutti i suoi giocatori al momento della sconfitta. Luis Enrique ha sorretto i propri uomini nel momento più difficile e sconfortante, dando spiegazioni a chi puntava l'indice in giro alla ricerca di un capro espiatorio. Il più facile, Alvaro Morata che ha calciato il rigore poi risultato fatale. Tutti contro, ma nessuno che sapeva che il giocatore quella responsabilità se l'è assunta proprio per l'amore e il bene della Nazionale spagnola, pur non essendo al cento per cento della condizione fisica.
A spiegarlo, lo stesso Ct: "Alvaro aveva un problema agli adduttori e voleva comunque assumersi la responsabilità di tirare il rigore. Questo aspetto la dice lunga sulla sua personalità: ha saputo sopportare situazioni difficili ed è rimasto sempre a un livello bestiale. Ha dato tutto, generato confusione nell'avversario, ha segnato un gol. Adesso? Mi fermo a salutarlo e ringraziarlo"
Dichiarazioni che riconciliano con lo sport, al di là dell'esito di una prestazione negativa e che tutelano la professionalità e l'umanità del gruppo. Poi, per Luis Enrique un'ultima riflessione sull'occasione mancata: "Bisogna saper vincere e saper perdere. Oggi abbiamo seminato a lungo tempo, avevo detto che eravamo uno degli 8 favoriti e ora torniamo a casa con la tranquillità di aver gareggiato ed essere stati tra i migliori"