Morata e i fantasmi del passato: “Nel calcio non si riconosce la gravità della depressione”
Alvaro Morata ha le spalle larghe. Il centravanti della nazionale spagnola ha ricevuto non poche critiche a causa del gol fallito all'esordio agli Europei contro la Svezia. Nonostante tutto il bomber della Juventus non ha intenzione di lasciarsi scoraggiare, come accaduto in passato quando ha vissuto momenti terribili a causa della depressione. Depressione che a suo dire non è un problema da sottovalutare nel mondo del calcio.
Luis Enrique è stato perentorio: Alvaro Morata guiderà l'attacco della Spagna contro la Polonia. Nessun dubbio sulle qualità del centravanti, e nessuna voglia di sentire le critiche, anche eccessive, mosse al giocatore dai tifosi dopo il flop con la Svezia. Non è la prima volta in carriera che Morata si ritrova ad essere bersagliato dai tifosi. È accaduto durante la sua esperienza al Chelsea, con l'attaccante entrato nel tunnel della depressione e quasi intenzionato a gettare la spugna con la voglia di giocare a calcio addirittura smarrita.
Oggi il nuovo Morata sa reggere la pressione, come dichiarato oggi in conferenza stampa: "L'errore dell'altro giorno? Non lo considero grave. Chi capisce il calcio sa che il portiere è veloce nell'uscita. Se sono qui sono obbligato a fare gol e lo accetto. Non so se domani segnerò, ma darò il 200% come sempre quando indosso questa maglia. Le critiche? Le prendo con molta calma. Sono qui dall'Under 17 e non si può piacere a tutti, bisogna accettarlo. Ascoltare poco e lavorare molto".
Però, anche alla luce della sua esperienza passata, Morata non può non lanciare un appello. Non bisogna sottovalutare l'ansia e la depressione nello sport: "Ci sono molte malattie come l'ansia o la depressione che non sono considerate come meritano. È un qualcosa che non ha nome, non ha forma, ma è lì. Consiglio di andare da uno specialista se hanno un problema. Se io parlo con lo psicologo della Spagna? Parlo molto con Joaquín, parlo di tutto… so che è a mia disposizione e per tutti i miei colleghi. Sto bene, ho avuto una lunga carriera per preoccuparmi di quello che la gente pensa di me".