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Montolivo ricorda il suo addio al Milan e attacca Gattuso: “È stato scorretto e in malafede”

Nella discussione sul caso Bonucci-Juventus interviene anche Montolivo: l’ex centrocampista ha vissuto una situazione simile con Gattuso: “Mi ha messo fuori rosa senza comunicarmelo di persona”
A cura di Ada Cotugno
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Il caso Leonardo Bonucci è destinato a far parlare ancora a lungo: il giocatore è stato scaricato dalla Juventus in questo avvio di stagione tra mille polemiche e l'inizio della sua avventura all'Union Berlino non ha calmato le acque. Il difensore è intenzionato a fare causa alla sua ex squadra per il trattamento ricevuto, ma il suo non è il primo caso nella Serie A.

A rinfrescarci la memoria ci pensa Riccardo Montolivo che ai microfoni di DAZN ha raccontato la sua esperienza, molto simile a quella di Bonucci. Dopo i sette anni trascorsi alla Fiorentina l'ex centrocampista si trasferì al Milan, l'ultima squadra della sua carriera chiusa in un clima non esattamente sereno.

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E, proprio come l'ex collega della Nazionale, anche il suo addio è stato a dir poco amaro. Nella stagione 2018/19 sorgono i primi problemi con Gennaro Gattuso, allora allenatore dei rossoneri: il giocatore era finito ai margini del progetto, tanto da lasciare la squadra l'anno successivo alla scadenza naturale del contratto, senza possibilità di rinnovo.

L'addio non era stato concordato con la società e ancora oggi è avvolto da grandi polemiche. Montolivo infatti ricorda la vicenda con grandissima amarezza ancora oggi: "Anche a me è capitato di finire fuori rosa, al Milan. Ho trovato un allenatore scorretto che senza neanche comunicarmelo di persona mi ha messo fuori rosa, in malafede. Per il bene della squadra ho preferito incassare. Non biasimo Bonucci, capisco la sua reazione, ma sarà una battaglia amara senza vincitori".

Il sostegno dell'ex centrocampista, oggi talento a DAZN, è tutto per Bonucci che si è ritrovato in una situazione molto simile alla sua. Nel discorso però non compare mai il nome di Gattuso: Montolivo lo definisce "scorretto" e "in malafede" per le decisioni prese unilateralmente, senza mai coinvolgerlo nelle discussioni. La bordata in ogni caso è arrivata forte e chiara.

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