Montella e la Turchia hanno un gesto di grande classe per l’Austria dopo il trionfo: così si vince
Vincenzo Montella è madido per il sudore e per la pioggia, la sua Turchia s'è qualificata ai quarti di finale degli Europei col brivido finale per la parata al 94° di Mert Gunok che ha scongiurato il 2-2 e i supplementari. La prima cosa che fanno il commissario tecnico italiano e i calciatori è una bellissima dimostrazione di sportività: potrebbero abbandonarsi a scene di giubilo, a festeggiamenti legittimi, dare sfogo a tutta l'adrenalina accumulata e non sarebbero stati certo da biasimare. Soprattutto alla luce dell'umiliante 6-1 incassato in amichevole a marzo scorso e scacciato via come l'incubo peggiore.
Montella e la Turchia rendono onore all'Austria sconfitta
Invece no, per qualche attimo scelgono di tenere un atteggiamento composto e rendono merito all'Austria di essere stata un grande avversario. Perché? La risposta è semplice, semplice anche in un calcio che certi valori sembra li consideri solo orpelli da esibire sui social. Bisogna saper vincere e nel caso della Turchia quel gesto è sincero.
Montella, che è stato anche calciatore e sa bene cosa si prova in momenti del genere, non ha remore nel riconoscere l'onore delle armi al nemico (sportivo) battuto dopo una partita intensa. Non se la sentiva di abbandonarsi subito all'entusiasmo sotto gli occhi lucidi degli avversari. Non sarebbe stato giusto dimenticarsi degli austriaci che, fino a poco prima, avevano dato filo a torcere.
Il ct e i giocatori sentono ancor addosso il brivido della beffa: chissà come sarebbe andata a finire se non ci fosse stato quell'intervento miracoloso dell'estremo difensore che ha ricordato la prodezza di Gordon Banks contro Pelé. E poi c'era una macchia che pesava come un macigno sul cuore, quel risultati che aveva lasciato il magone addosso all'allenatore italiano.
Il ct cancella l'umiliaante 6-1 in amichevole: "Non vedevo l'ora"
A marzo scorso Montella scelse di testare la condizione della sua nazionale affrontando avversari di rango e non sparring partner. La sconfitta subita allora fu mortificante, durissima la critica ricevuta anche per aver scelto di giocare amichevoli importanti in un periodo così delicato. La pioggia di ieri sera lava via tutto.
"Quel 6-1 era una macchia enorme – ha ammesso Montella al termine della partita -. Non vedevo l'ora di liberarmi di quel ricordo. Ho grande rispetto per l'Austria e il suo selezionatore per il modo in cui interpretano il gioco ma ci tenevo molto a prendermi una rivincita perché non avevo mai perso con quel punteggio".
Lo spirito di gruppo è stata l'arma in più della Turchia scesa in campo senza Calhanoglu: ha colpito e saputo soffrire vincendo di squadra. "Lo spirito mostrato dai ragazzi va oltre la tattica – ha concluso il ct italiano -. Tutti hanno dato qualcosa in più, con tanta anima. Abbiamo un buon gruppo e ci crediamo. Sono orgoglioso del lavoro fatto finora con la nazionale". All'orizzonte adesso c'è l'Olanda.