Moggi devastato per la morte di Vialli: “Uomo splendido, mi ha lasciato una libreria”
Gianluca Vialli è venuto a mancare, aveva solo 58 anni. È stato un campione straordinario. Un campione vero che ha vinto con la Sampdoria, la Juventus e il Chelsea. Ma è stato soprattutto un grande uomo, lo ricordano con affetto i suoi ex compagni di squadra e i tifosi che vedevano in lui un calciatore sempre pronto a combattere a tutto campo. Era un attaccante moderno, segnava tanto, ma aiutava i compagni, faceva anche il lavoro sporco nella propria area di rigore. Vialli è stato un grande giocatore e ha vinto tanto anche con la Juventus. Fu proprio lui nel 1996 ad alzare nella notte di Roma la Champions League vinta dalla Juventus. Di quella Juve un fulcro era Luciano Moggi, che oggi ha rilasciato un'intervista a Fanpage.it in cui ha ricordato Vialli.
L'ex dirigente bianconero è commosso quando parla del capitano della sua Juve che riuscì a conquistare la Champions League, al termine di una bellissima finale con l'Ajax: "Luca lo ricordo sia come uomo che come giocatore. Pensi un po' che c'è una libreria che mi ha lasciato Vialli. Lo ricordo come sportivo, era splendido, dedito al lavoro. Ma anche come uomo. Era un uomo vero, un uomo che affronta le cose con serietà".
La tristezza è enorme per tutti, un po' di più per chi lo ha conosciuto bene: "Pensare che non c'è più è triste. Ha lottato per cinque anni con questo male che non lascia scampo". Moggi ci tiene a omaggiare Vialli a tutto tondo. Da un lato c'è il grande calciatore: "Lo ricordo quando ha alzato la Coppa dei Campioni a Roma. Quello è un ricordo indelebile e rappresentata il Vialli sportivo".
Ma l'uomo Vialli era davvero speciale: "Chi lo conosceva come uomo era affascinato dal suo modo di comportarsi e dal suo modo di essere. Parlava sempre, parlava di tante cose e facendo delle battute alleviava le fatiche del lavoro. Questo era Vialli".
Vero bomber, è stato decisivo ovunque abbia giocato. Ma Vialli è stato anche un precursore perché ha cambiato il modo di giocare degli attaccanti, e Moggi lo ricorda bene. Perché l'evoluzione partì proprio con la Juve di Lippi: "Segnava tanti gol e lavorava per la squadra. Faceva tutto, faceva il centrocampista e il terzino e segnava pure. Sotto quel profilo era encomiabile. Comunque preferisco ricordarlo come uomo, ma purtroppo è la vita"