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Modric ha deciso Real Madrid-Bayern ma nessuno se ne è accorto: a 38 anni una giocata irreale

C’è un momento della semifinale di Champions in cui tutto cambia per merito dell’intuito, dell’intelligenza tattica e del sacrificio, dell’integrità fisica del croato che in quell’istante può fare solo una cosa.
A cura di Maurizio De Santis
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La giocata di Luka Modric che ha cambiato l'inerzia della partita tra Real Madrid e Bayern Monaco. Quando è successo? Cosa ha fatto? È la domanda di chi ha ancora negli occhi la doppietta fulminante segnata da Joselu in quei tre minuti drammatici per i tedeschi ed esaltanti per i blancos volati in finale di Champions. 

Nessuno se n'è accorto. Oppure sì, ma rispetto alle reti dell'attaccante 34enne non ha dato il giusto peso all'azione irreale del 38enne centrocampista croato. No, questa volta non ha calibrato un passaggio né ha visto spazi laddove la fantasia (e la qualità) un giocatore ‘normale' mai arriverebbero. Ma il suo movimento s'è rivelato fondamentale per dare nuovo impulso al finale di match degli spagnoli.

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È l'intervento della svolta, la più classica invenzione che ti spinge a non mollare, l'occasione che il fato ti dà per ribaltare la narrazione del destino. Succede in quel fazzoletto di minuti tra il vantaggio segnato da Alphonso Davies e la zampata di Joselu (favorita da un incredibile errore commesso da Neuer): Modric è dall'altra parte del campo, nella zona di fondo dei tedeschi, ma non gli importa. Si lancia in una folle corsa di 80 metri per recuperare il pallone dai piedi di Pavlovic e impedirgli di calciare in porta.

Se non ha siglato il 2-0 che avrebbe chiuso l'incontro è per merito dell'intuito, dell'intelligenza tattica e del sacrificio, dell'integrità fisica del calciatore che in quell'istante può fare solo una cosa: lanciarsi all'assalto con tutto il fiato che ha. Un recupero straordinario, avvenuto all'85° minuto.

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Sugli sviluppi di un calcio d'angolo, Brahim Diaz perde un contrasto e si lascia soffiare la sfera da Muller. Il Bayern prova a risalire il campo velocemente ma non è perfetto nella valutazione delle traiettorie. Non cerca subito la profondità per il compagno ma commette l'errore di allargare la trama verso Davies: per un tempo prezioso che Modric sfrutta per guadagnare terreno, procedendo diritto per diritto.

La palla arriva a Laimer che non ha piedi raffinati e costringe Pavlovic ad allargarsi rispetto alla porta per controllare nel migliore dei modi la sfera. È in quel momento che gli piomba addosso come un falco Modric e gli impedisce di calciare verso Lunin. Dopo 80 metri è ancora abbastanza lucido per evitare un intervento impetuoso abbastanza da provocare un fallo. Entra in maniera ‘pulita' (come si dice in gergo) e rimette in gioco il Real Madrid. Pochi minuti dopo Joselu veste i panni dell'uomo del destino e oscura quella giocata tremenda del croato.

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