Mkhitaryan il cervello della Roma: gioca a calcio come fosse una partita di scacchi
Henrikh Mkhitaryan è un giocatore di primissima fascia, ha grandi qualità e sa fare tutto. Ha grande tecnica e come i grandi calciatori capisce prima degli altri quello che sta per succedere. L'armeno è diventato così perché quand'era bambino è andato in Brasile – in una storia che ricorda un po' quella di Holly & Benji – solo lì pensava di poter affinare la sua tecnica. E capisce prima degli altri quelli che accade in campo perché è un amante degli scacchi. Ai tempi del Borussia parlò della sua passione: "Sto giocando a calcio come gli scacchi. Devi pensare molto e sapere prima di fare una mossa cosa farà il tuo avversario. E se fai una mossa sbagliata, il tuo avversario ti punisce per questo".
Klopp, che lo portò al Borussia Dortmund, parlando di Mkhitaryan disse delle parole fantastiche sul centrocampista, figlio d'arte nato del 1989, e spiegò perché l'Armenia produce tanti giocatori di scacchi:
C'è un motivo per cui i migliori giocatori di scacchi del mondo vengono dall'Armenia, come Mkhitaryan. Sì, altri paesi producono giocatori di scacchi, ma l'Armenia ne produce molto più di quanto ci si possa aspettare ragionevolmente. Gli armeni sono pensatori, sono grandi lavoratori. E se le cose non funzionano, il problema sei tu: inizi a incolpare te stesso.
Il calciatore che sta facendo le fortune della Roma nella vita, rispetto a quasi tutti gli altri sportivi, ha un orizzonte molto ampio. Non pensa solo a se stesso, alla dolce metà – sposata a Venezia quando giocava in Premier League – e al figlioletto, ma pensa al suo popolo e all'amata Armenia che lo adora e sa di poter contare sempre su di lui, anche nei momenti più difficili.
Il grande impegno per l'Armenia
L'Armenia o meglio una regione del paese il Nagorno Karabakh è in guerra con l'Azerbaigian, le battaglie sono iniziate da oltre un mese. La situazione è drammatica, bombe e tante, troppe vittime tra i civili – tutto questo in un periodo in cui il mondo combatte la pandemia. Tra un impegno e l'altro, tra un allenamento e una partita, Mkhitaryan segue da vicino l'evoluzione. Ma non lo fa passivamente. Un paio di settimane fa ha scritto tre lettere. Le ha indirizzate ai presidenti di Russia, Francia e Stati Uniti. A loro:
Vostre Eccellenze, Sono un atleta professionista orgoglioso di rappresentare a livello internazionale l'Armenia, il mio paese, e oggi vi scrivo con il cuore pesantemente afflitto. Mentre il mondo è testimone di una guerra tragica e senza precedenti nel Nagorno-Karabakh, fatemi esprimere la mia profonda preoccupazione nei riguardi della pericolosità in cui riversa la mia patria. […]
Porto alla vostra attenzione il fatto che la situazione corrente in Artsakh è al limite di una catastrofe umanitaria. Per di più, questi tragici eventi stanno accadendo con l'intervento diretto di forze regionali esterne e militari stranieri in prossimità della Confederazione Russa e dell'Unione Europea. […] I nostri giovani stanno morendo sulle frontiere e vengono feriti irrecuperabilmente anziché di partecipare alla costruzione del futuro nel nostro paese. Dal profondo del mio cuore vi chiedo di usare i vostri pieni poteri nel fermare questa tragedia umana e portare avanti negoziazioni pacifiche.
La tripletta al Genoa e i grandi numeri con la Roma
Modificando il modulo, Fonseca ha dato ulteriore libertà a Mkhitaryan che in quest'avvio di stagione è stato superlativo. Quattro gol e cinque assist in nove partite tra Serie A ed Europa League. La tripletta al Genoa, dedicata a Gigi Proietti con una fantastica citazione, è il punto più alto finora, ma a verbale aveva messo già una serie di assist: cinque, quattro in Serie A. Con Dzeko e Pedro forma un trio inedito, molto esperto (98 anni in tre), e con loro vuole riportare la Roma in Champions: "Possiamo toglierci soddisfazioni importanti, abbiamo una buona squadra. Possiamo arrivare ai livelli che vogliamo. Lavoriamo tanto e bene per questo, faremo di tutto per arrivare dove vogliamo".