Mirabelli contro Raiola per Antonio Donnarumma: “Ho sistemato la sua famiglia per generazioni”
Mirabelli, Donnarumma, Raiola: se tutto questo vi sembra un dejavu, non vi sbagliate di molto, visto che sempre di un rinnovo contrattuale complicato si tratta, ma stavolta i protagonisti sono diversi per due terzi, restando identici solo i cognomi. Se infatti Massimiliano Mirabelli è quello stesso che nel 2017 concesse un ricchissimo rinnovo a Gigio col Milan, il Donnarumma in questione stavolta è il fratello maggiore Antonio, mentre il Raiola in questione è Enzo, cugino del defunto Mino. La tempesta è esplosa nelle scorse ore in casa Padova, provocando la risposta piccata dell'attuale dirigente del club di Serie C, di cui il 33enne portiere è capitano.
Tutto è nato dalle dichiarazioni improvvise di Enzo Raiola di un paio di giorni fa: "Abbiamo ricevuto un'offerta importante da parte di un club di Serie C (si parla della SPAL, ndr) e il giocatore sta valutando seriamente di prenderla in considerazione. Con il Padova non sono in atto discussioni per rinnovare e la società vuole aspettare la fine della stagione. Ma Antonio ha 33 anni e deve chiaramente pensare al suo futuro. Quando ti propongono più anni di contratto e ti fanno sentire desiderato, è inevitabile valutare questa opportunità".
Una sortita di cui il club biancoscudato, attualmente secondo in classifica nel Girone A dietro il Mantova, non aveva bisogno in questo momento e che dopo qualche ora ha generato la risposta per le rime di Mirabelli, attuale Ds del Padova: "Ci siamo tutti stupiti di queste dichiarazioni, a inizio stagione abbiamo dato una linea precisa alla squadra sulla questione rinnovi. Alla presenza di tutti, dall'Ad Bianchi al presidente Peghin, passando per il sottoscritto, l'allenatore e la squadra abbiamo fatto un patto tra uomini. Abbiamo detto che volevamo mettere davanti a tutto il bene del Padova, se a qualcuno non andava bene poteva trovare un'altra squadra nel mercato estivo. Abbiamo incassato l'OK da parte di tutti, compreso il capitano Donnarumma".
"Non credo che questa uscita del procuratore sia partita da Antonio, che conosco bene – ha continuato Mirabelli ai microfoni di Padova Sport – Sono la persona che gli ha voluto più bene nella sua carriera calcistica, mentre al procuratore dico che ha sbagliato modi, tempi e parrocchia. Ne renderà conto, in un momento così delicato. Mi auguro che Antonio possa dissociarsi da queste dichiarazioni. Il suo procuratore ha detto che il giocatore deve pensare al suo futuro e via dicendo, ricordiamogli che lui lo usava come pacco postale, mandandolo un anno in Grecia non so a fare cosa. Mentre il sottoscritto lo ha portato al Milan con un contratto di quattro anni, sistemando la sua famiglia e le sue prossime generazioni…".
Il riferimento di Mirabelli è al 2017, quando – contestualmente al difficile rinnovo chiuso tra Gigio e il Milan – l'allora Ds rossonero aggiunse al ‘pacchetto' per la famiglia Donnarumma e l'agenzia Raiola anche un contratto da terzo portiere assolutamente fuori da ogni parametro per Antonio, gratificato con un milione netto all'anno dopo una stagione trascorsa in Grecia all'Asteras Tripolis.
Intanto oggi lo stesso Donnarumma ha seguito il suggerimento del proprio dirigente e ha preso le distanze in conferenza dalle parole del suo procuratore Enzo Raiola: "Mi dissocio da quello che è successo ieri. Io sono orgoglioso di essere il Capitano del Padova, continuerò sicuramente a dimostrare il mio attaccamento a questa maglia come ho sempre fatto fino ad adesso".