Mino Raiola all’attacco: “La Fifa è come la Mafia. Se ne parli male, muori”
Mino Raiola è tornato a parlare e lo ha fatto accusando il massimo organismo mondiale del calcio. Sospeso per un anno dalla Fifa, il procuratore italo-olandese ha infatti acceso i toni della discussione con dichiarazioni particolarmente pesanti: "La Fifa è come la Mafia. Se ne parli male, muori – ha dichiarato a ‘SportVoetbalMagazine' – Puoi fare due cose: o lotti contro la Fifa, ed è quello che ho fatto per anni con poco successo perché sono l'unico che se n'è interessato; oppure cerchi di creare un nuovo sistema e ci stiamo lavorando. È arrivato il momento di fare una rivoluzione".
L'accusa alla Fifa
"Mi hanno fermato per un anno a livello mondiale e ora stiamo cercando un paese da dove intervenire da dietro sulla Fifa. Mi hanno fatto male e hanno dimostrato che tutto quello che ho sempre pensato è vero. Voglio creare un sistema che possa coesistere". L'accusa di Mino Raiola è poi proseguita con altre parole al vetriolo: "Con la Fifa non vogliamo averci nulla a che fare, andiamo per conto nostro. La Fifa è finita, il vecchio sistema è finito. La Fifa ha un buon numero di dirigenti in prigione, che non sono sospesi dall'associazione mondiale del calcio stessa. Anni fa ho urlato che la Fifa è la mafia, mi hanno riso dietro. Intendevo dire: ha la stessa struttura e forma della mafia. È una famiglia corrotta, non violenta, ma molto opaca, focalizzata sull'accumulare potere e controllo con enormi conseguenze sul calcio e dietro a tutto questo c'è Gianni Infantino".
Il mercato secondo Raiola
Il discorso si è poi spostato sul suo ‘modus operandi'. A molti non piacciono infatti le modalità con cui Mino Raiola porta avanti le operazioni di mercato dei suoi assistiti: "Non voglio essere arrogante, ma questo modo di fare mercato l'ho inventato io. Il calcio è diventato uno show in cui sono attivo da 25 anni. E' come andare a teatro: il 1° gennaio si alza il sipario, ma i protagonisti si preparano per mesi. Haaland? Con lui sto lavorando da circa un anno e suo padre è coinvolto da vicino: ho parlato con tanti club e ascoltato i piani, visto le cifre e negoziato. Questo ha permesso al ragazzo di prendere una decisione ponderata".