Mineirazo, incubo di Julio Cesar: “Sogno ancora il 7-1 contro la Germania, è un tormento”
Mineirazo. Lo sussurri solo e senti un brivido che ti corre lungo la schiena. In quelle nove lettere c'è tutto: il senso della disfatta, l'impotenza, l'umiliazione, la rabbia, il clamore di un tonfo storico per il Brasile che nel calcio poche volte ha conosciuto disastri del genere. Come il Maracanazo e forse anche di più. La vittoria (o la sconfitta dipende da quale lato osservate la vicenda) della Germania per 7-1 contro i carioca, nel Mondiale 2014 giocato proprio in casa dei verde-oro è difficile da dimenticare.
Impossibile per i tifosi e soprattutto per i protagonisti di quella squadra che uscirono dal campo in lacrime, moralmente provati, traumatizzati dal risultato e dalla consapevolezza che – considerata la passione viscerale con la quale è vissuto il calcio nel Paese – avrebbero portato quel peso sulla coscienza per sempre.
Tra i pali del Brasile in quella serata infausta c'era Julio Cesar, ex portiere della Seleçao e dell'Inter (con la quale conquistò il "triplete"). Oggi ha 38 anni, ha appeso guantoni e scarpette al chiodo (chiudendo la carriera dopo una breve esperienza al Flamengo) e non riesce a dimenticare quanto accadde allora. Belo Horizonte gli rammenta brutti ricordi, un incubo a occhi aperti che non lo lascia nemmeno a distanza di anni.
In un'intervista al canale Youtube, Desimpedidos, l'ex numero uno sudamericano ha svelato come ci siano sere che fa fatica ad addormentarsi perché gli ritorna in mente tutto di quella gara maledetta. Quanto sia dura elaborare quel lutto, trauma profondo per tutta la nazione.
Subito dopo pensai addirittura di ritirarmi – ha ammesso Julio Cesar -. Non ce la facevo ad andare avanti, ne parlai anche con la mia famiglia. Per molto tempo sono stato tormentato e lo sono ancora… ogni tanto, quando metto la testa sul cuscino, mi capita di pensare a quella partita. I ricordi arrivano come un lampo.