Milan seppellito da fischi, Lazio e un rigore col Var a San Siro: sconfitta avvelenata
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Bordate di fischi. Cori continui contro Cardinale invitato a "vendere". L'ostilità del pubblico di San Siro scandisce la serata del Milan contro la Lazio. Il risultato (1-2) è zavorra che rende tutto più complicato, non smorza il veleno e l'insoddisfazione, spinge verso il nervosismo e la confusione. Il ‘diavolo' cola a picco nella parte anonima della classifica, laddove la zona Champions si allontana e diventa solo un miraggio. Il colpo di grazia arriva col Var al 96°: protesta la Lazio per il contatto tra Maignan e Isaksen, rimasto a terra dopo l'uscita bassa del portiere rossonero che non tocca il pallone. Per Var e arbitro è rigore: Pedro lo mette dentro.
Chukwueze aveva illuso trovando il guizzo e sorprende Tavares mentre la Lazio si butta via quando ormai aveva la partita in pugno. Nemmeno Conceiçao sa che più cosa fare, naviga a vista. Non si raccapezza e quando, dopo aver incassato la rete di Zaccagni, chiama in panchina Musah per lanciare Joao Felix c'è Leao che fa una smorfia mentre il Meazza rumoreggia. Cambia poco o nulla perché sempre la squadra di Baroni a sfiorare il gol del raddoppio.
Squilibrato e inerme. Così appare il Milan ogni volta che la Lazio alza il ritmo e affonda il colpo. Ci mette orgoglio, si aggrappa almeno a quello, ma resta con l'acqua alla gola: non appena si agita, rischia di finire sott'acqua. I biancocelesti, padroni del campo, hanno forse l'unico torto di non trovare lo spunto decisivo per vibrare il colpo di grazia: ci provano prima Gigot (che calcia tra le braccia di Maignan) e ancora Zaccagni (il destro a giro esce di poco). Poi compiono il peccato peggiore: abbassarsi e cedere l'iniziativa al Milan che, via via, (ri)prende coraggio e possesso del centrocampo, trova il bandolo della matassa e sfiora il pareggio. Gabbia crea scompiglio con un cross che Provedel e Isaksen neutralizzano con sofferenza. Gimenez gira di testa su cross di Leao ma non inquadra la porta.
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La reazione del Milan è solo un fuoco di paglia. Al primo, vero, contropiede della Lazio nella ripresa finisce al tappeto: Pavlovic prende il rosso diretto per fallo da ultimo uomo su Isaksen, esce senza nemmeno protestare. Rossoneri in dieci, è una mazzata tremenda. Conceiçao prova la mossa della disperazione: dentro Thiaw al posto di Fofana, esce anche Pulisic sostituito da Chukwueze. La Lazio controlla ma si addormenta in maniera clamorosa incassando una rete estemporanea. San Siro riprende fiato ma il pareggio lascia a tutti (Lazio compresa) il sapore amarissimo del rimpianto. Finita? No. Arriva un penalty concesso col Var ed è la fine per il Milan, che scivola al 9° posto mentre la squadra di Baroni scavalca la Juve in zona Champions.