Milan, Rangnick rivela: “Non sarebbe stato saggio trasferirsi in Italia”
La suggestione di vedere Ralf Rangnick sulla panchina del Milan è durata poche settimane. Il professore tedesco, entrato da tempo nelle grazie della proprietà Elliott e dell'amministratore delegato Ivan Gazidis, ha infatti deciso di lasciar perdere e di non trasferirsi in Italia. Uno dei motivi principali di questo clamoroso dietrofront, lo ha spiegato proprio il tecnico in un'intervista concessa al quotidiano ‘Süddeutsche Zeitung'.
"Il Milan da quando è ripreso il campionato ha fatto molto bene, con nove vittorie e tre pareggi, non sarebbe stato saggio andarci – ha dichiarato Rangnick – Non importa da quale prospettiva si guarda tutto questo, se dalla mia o da quella del club, non sarebbe comunque stato saggio. Se mi mettessi nei panni dei milanisti, che si tratti di allenatori, direttori sportivi, giocatori o tifosi difficilmente avrei capito perché il Milan avrebbe voluto cambiare tutto dopo un periodo così positivo".
L'influenza di Arrigo Sacchi
Reduce dall'addio alla Red Bull, dopo aver raggiunto ottimi risultati e con ancora un anno di contratto, il tecnico ha di fatto anche lui riconosciuto il grande lavoro di Stefano Pioli: capace di meritarsi la conferma, dopo un periodo post lockdown più che soddisfacente. Almeno per il momento, per Ragnick il sogno di ripercorrere le orme di un suo grande maestro è dunque accantonato.
"Il Milan di Sacchi – ha aggiunto nell'intervista alla Süddeutsche Zeitung – ha avuto così tanta influenza su di me e sulla mia idea di calcio nei miei giovani anni da allenatore, che quando il club rossonero mi ha contattato ho subito pensato che potesse essere una buona opportunità per me, anche se non conosco la lingua, la cultura e le condizioni di vita in Italia".