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Milan condannato in Champions dal suo stesso gol: al 90′ di Borussia-PSG in campo scatta un segnale

Il gol del Milan ha condannato il Milan, il paradosso descrive la situazione in cui s’è trovata la squadra di Pioli fuori dalla Champions. E gli ultimi minuti di Borussia Dortmund-PSG ne sono la riprova per quanto accaduto in campo tra Luis Enrique e Mbappé.
A cura di Maurizio De Santis
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Hakimi ha ricevuto una direttiva precisa dal tecnico, la trasmette ai compagni di squadra.
Hakimi ha ricevuto una direttiva precisa dal tecnico, la trasmette ai compagni di squadra.

Il gol del raddoppio (e della vittoria) del Milan contro il Newcastle ha condannato il Milan alla retrocessione in Europa League. Il gioco di parole è paradossale, qualcosa di molto simile ad Achille pie' veloce che non raggiungerà né supererà mai la tartaruga.

Eppure è andata proprio così: per quanto abbia salvato l'orgoglio, e nella ripresa giocato con intensità tale da ribaltare il risultato, null'altro gli è rimasto tra le mani che un pugno di rimpianti per essere uscito dalla Champions a pari punti per la differenza reti negli scontri diretti favorevole al Paris Saint-Germain, per un rigore molto discutibile concesso ai francesi contro i Magpies, per aver mandato alla malora il debutto a San Siro con uno 0-0 che ha pesato come un fardello (Pioli era distrutto anche per quello), per quel profumo di biscottino croccante sfornato a Dortmund quando Borussia e transalpini hanno capito che ormai era fatta e non valeva (più) la pena affannarsi a pochi minuti dalla conclusione del match.

Il tecnico spagnolo esulta alla notizia del raddoppio dei rossoneri.
Il tecnico spagnolo esulta alla notizia del raddoppio dei rossoneri.

Una decisione saggia, opinabile, piaciuta a tutti eccezion fatta per un solo calciatore: Kylian Mbappé. Lui no, avrebbe voluto continuare a spingere anche a costo di subire un contropiede micidiale da parte dei tedeschi. Voleva vincere a tutti i costi per chiudere il girone in vetta e arrivare da testa di serie al sorteggio degli ottavi ma si è scontrato con il pragmatismo di Luis Enrique che dalla panchina ha impartito alla squadra indicazioni differenti.

"All'85° abbiamo capito che il Milan stava vincendo e che questa vittoria ci qualificava – ha ammesso il tecnico spagnolo dopo la gara -. Questo è ciò che conta. Ho chiesto più controllo e meno rischi. Finire secondi in un girone del genere può essere soddisfacente. Questo ci permetterà di crescere. A febbraio saremo più forti".

L'ex ct delle Furie Rosse ha fatto un gesto eloquente in quella fase dell'incontro. Ha chiamato a sé, nei pressi della linea laterale, Achraf Hakimi e gli ha trasmesso una direttiva precisa: l'1-2 del Milan a Newcastle è un'occasione da cogliere al volo per non rischiare esiti pericolosi e farsi del male da soli, suggerisce di abbassare il ritmo e limitarsi a controllare il gioco.

Il presidente del Psg segue in tribuna l'andamento del match in Inghilterra.
Il presidente del Psg segue in tribuna l'andamento del match in Inghilterra.

Basta così, dice, e il difensore sottolinea il concetto ai compagni sbracciandosi in maniera plateale. Lo fa almeno in un paio di occasioni nel giro di pochi minuti, dall'altra parte del campo c'è Mbappé che non è d'accordo, esprime disappunto e lo manifesta pubblicamente.

"È normale che Mbappé fosse frustrato – ha aggiunto Luis Enrique – Abbiamo avuto 5 occasioni per segnare, 5 occasioni… non ci siamo riusciti. E sarebbe stato da sciocchi subire gol all’85°".

L'allenatore chiama a sé il difensore e gli dà un compito preciso: raccomandare calma perché è fatta.
L'allenatore chiama a sé il difensore e gli dà un compito preciso: raccomandare calma perché è fatta.

Un concetto che si riverbera anche nelle parole di Gianluigi Donnarumma. A Sky è stato protagonista del siparietto con Giorgio Chiellini, ai media francesi non ha nascosto quali fossero le sensazioni provate in campo in quei momenti.

"Stavamo seguendo il risultato della partita del Milan. Sapere che era in vantaggio ci ha permesso di concludere la partita con più tranquillità. Kylian voleva puntare al primo posto, ma l'allenatore ha pensato prima a non subire gol. Quella era la cosa più importante, non correre più rischi anche se il nostro obiettivo era qualificarci da primi".

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