Milan, addio a Rangnick: i motivi della scelta e come cambia il progetto con Pioli
Dopo mesi di trattative con Ralf Rangnick, più o meno in incognito, il Milan ha deciso di fare marcia indietro e di rinnovare il contratto a Stefano Pioli. Una scelta clamorosa, inaspettata e sicuramente di buon senso, visto ciò che ha fatto il tecnico di Parma in queste settimane, che lascia i tifosi felici ma anche spiazzati da tempi e modi della decisione di Ivan Gazidis e della proprietà Elliott.
Arrivata come un fulmine a ciel sereno, e tra l'altro mentre Ibrahimovic e compagni erano in campo a Reggio Emilia, la scelta rossonera di rinunciare a Rangnick ha inevitabilmente acceso un punto di domanda nella testa di ogni appassionato rossonero. Perché il Milan ha rotto con il tecnico tedesco? Per quale motivo, come ha detto anche lo stesso Rangnick, "Non è il momento giusto per lavorare insieme"?
I motivi della rottura tra Milan e Rangnick
Sulla decisione di non portare in Italia quello che in Bundesliga chiamano ‘Der Professor', ha pesato innanzitutto la difficoltà dello stesso tedesco a liberarsi dalla Red Bull. Sembrava semplice, ma evidentemente così non è stato. Un ruolo fondamentale l'hanno poi avuto anche il timore di una scommessa troppo grande, la paura di una rivoluzione profonda dentro e fuori dalla squadra, l'egocentrismo di Rangnick, che non avrebbe accettato di fare solo il direttore tecnico, i dubbi di una buona parte di tifosi e critici e, aspetto non meno importante, la possibile opinione contraria di chi potrebbe succedere a Elliott nella gestione del club nei prossimi mesi. Perché con l'autorizzazione a costruire il nuovo San Siro, la trattativa con Arnault potrebbe anche riprendere.
Cosa cambia con Pioli in panchina
Al di là dei suoi evidenti meriti (ha rivitalizzato in ogni reparto la squadra, valorizzato molti giocatori e conquistato l'Europa), Stefano Pioli rimane dunque in sella anche per i problemi nati in queste settimane con Rangnick. Con la permanenza in panchina dell'ex allenatore di Lazio, Inter e Fiorentina, strategie e uomini del nuovo progetto rossonero potrebbero cambiare radicalmente. A cominciare da Paolo Maldini, che dovrebbe rimanere e insieme al tecnico chiedere alla proprietà di fare un mercato basato non esclusivamente sui giovani, ma anche su qualche giocatore d'esperienza. Proprio come Zlatan Ibrahimovic: campione fondamentale in campo e fuori, anche lui atteso da una probabile riconferma dopo l'addio a Rangnick.