Mihajlovic ‘sponsor’ a sorpresa di un collega: “Cosa deve fare di più, camminare sull’acqua?”
Sinisa Mihajlovic a ruota libera. Dalla sua vicenda personale, con la battaglia vinta contro la leucemia, agli aspetti tecnici legati al suo Bologna passando per i temi più caldi in Serie A, compreso quello relativo ai tanti cambi in panchina. Il tecnico serbo ha affrontato diversi argomenti nella sua ultima intervista a La Gazzetta dello Sport, soffermandosi anche sul ritorno in Italia di Mourinho, che è stato tra le persone che gli sono state più vicine durante la malattia. Parlando dei tanti cambi in panchina poi, Miha si è mostrato stupito del fatto che Italiano non sia finito nel mirino delle big.
Se Juventus e Inter lo avessero cercato con insistenza, Mihajlovic avrebbe anche pensato all'addio al Bologna. Sinisa non è uno che si nasconde dietro un dito e infatti ha dichiarato senza troppi giri di parole: "No, non sono ipocrita. Avrei ascoltato e pure accettato. Come è normale che sia e se qualche allenatore al posto mio dice il contrario vi prende per il c…". Detto questo il suo feeling con il Bologna è totale, rinforzatosi e non poco anche dopo l'esperienza della malattia.
Mihajlovic infatti è tornato su quei mesi difficili, quando il Bologna non lo ha mai lasciato solo, nonostante mille difficoltà: "La società non mi ha mai messo in discussione quando mi sono ammalato ed è stato fantastico: ma quanti altri al posto mio avrebbero guidato la squadra da un letto di ospedale tra un ciclo di chemio e un altro? Sono andato in panchina più morto che vivo. Avevo difese immunitarie bassissime, con mascherina e distanziato da tutti mi presentavo allo stadio e poi tornavo in ospedale a curarmi. Ho fatto cose quasi folli per il Bologna. Ma non mi piace doverlo ricordare. Quello tra me e il Bologna è stato e spero continui ad essere un rapporto d’amore".
E chi gli è stato più vicino in quel periodo che lo ha profondamente segnato? Anche José Mourinho, tornato in Italia per una nuova intrigante esperienza alla Roma. Miha ha raccontato perché lo Special è tale anche fuori dal campo: "Con lui la Roma non solo ha preso un grande allenatore, ma un leader e un grande uomo. L’ho capito durante la mia malattia: mi è stato vicino, con affetto e partecipazione, non lo dimentico. A Roma Mou può diventare un Re". E a proposito di tecnici, il mister che si è detto stupito dall'addio all'Inter di Conte, ha parlato anche del ritorno di Max Allegri alla Juventus: "Dopo il tentativo di cambiare Dna con Sarri e la scelta del giocatore bandiera con Pirlo, la Juve è tornata sulle sue certezze: con Allegri ripartirà in pole per lo scudetto".
E non manca anche una critica a chi ha deciso di non puntare su due giovani talenti della panchina come De Zerbi, andato allo Shakhtar, e Italiano rimasto allo Spezia: "Mihajlovic sta bene a Bologna. Ma in Italia si fatica a dare opportunità. Per i top club girano sempre gli stessi: si cercano tecnici che abbiano fatto le coppe, ma se non finisci in quei club le coppe non le fai. È un cane che si morde la coda… Faccio de nomi che avrebbero meritato una chance: De Zerbi che invece è andato all’estero e Italiano che è giovane e bravo: ha portato lo Spezia in A, lo ha salvato, cosa doveva fare per un salto ulteriore, camminare sull’acqua?".