Mihajlovic ruggisce all’Inter: “Voleva vincere coi ricorsi, non ci dormivo la notte”

Senza troppi giri di parole. Diretto come sempre. Sinisa Mihajlovic torna al posto di comando, se lo riprende assieme alla vita dopo l'ennesimo periodo di isolamento a cui era stato costretto per tenere a bada la recrudescenza della malattia. Parla di tutto e, come prima cosa, toglie quel peso sullo stomaco che gli è rimasto anche dopo la vittoria nel recupero di campionato contro l'Inter. La piega che aveva preso la vicenda, la battaglia dei ricorsi a cui s'erano appigliati i nerazzurri mettendo in controluce, in dubbio la buona fede del suo Bologna (fermato dall'Asl per l'epidemia di Covid) è un sassolino che toglie dalla scarpa e scaglia lontano.
"Non riuscivo a dormire la notte – ha ammesso in conferenza stampa, alla vigilia della gara contro il Venezia – perché non volevo accadesse una cosa che tutti davano per scontato. Ho molto rispetto per l’Inter ma il suo atteggiamento mi ha dato molto fastidio. Hanno provato a vincerla tramite i ricorsi e questa cosa mi ha fatto arrabbiare. Prima della partita ho detto alla squadra: Hanno provato a vincerla prima perché sul campo non la vinceranno mai". La lucida astuzia di Sansone e l'errore clamoroso di Radu hanno rimesso le cose a posto. È sembrato quasi che la nemesi si abbattesse sulla formazione di Simone Inzaghi in maniera tanto implacabile quanto beffarda.

Mihajlovic volta pagina, guarda avanti. Fa un cenno con la testa, lo accompagna con lo sguardo e con una smorfia. Adesso conta solo essere di nuovo lì, a contatto diretto con la squadra e quel mondo – il calcio – che è sempre stati tutto nel bene e nel male. Ambizione, passione, sfida: nel mestiere di vivere c'è anche questo. "È stato brutto… pesante. Stare sempre da soli è dura e ho sofferto molto. Ma adesso sono qua e questo è quello che conta – ha aggiunto il tecnico serbo -. Dal momento che sono rientrato in ospedale, il mio obiettivo è stato quello di tornare alla normalità il prima possibile. La salute ti fa godere la vita ma la malattia te ne fa comprendere bene il significato"
Chi vince lo scudetto? A tre giornate dalla fine del campionato la lotta si è ristretta a Milan e Inter. Il Napoli di Spalletti si è perso sul più bello. La Juventus s'era smarrita anche prima e ha messo al sicuro la quarta piazza grazie alle sventure altrui. "Facevo il tifo per il Napoli – ha aggiunto l'allenatore del Bologna -. Mi auguravo vincesse lo scudetto. Mi piace il gioco e la loro passione, oltre a quella della gente. La loro vittoria sarebbe stata un bene per il calcio italiano. Tra Milan e Inter, invece, non ho preferenze".