Mihajlovic non molla nulla: videochiamata dall’ospedale per caricare il ‘suo’ Bologna
Malgrado il riacutizzarsi della malattia, Sinisa Mihajlovic resta al proprio posto se non fisicamente per evidenti motivi, di certo con la fermezza e la volontà di non arretrare un centimetro di fronte alla nuova terribile sfida che la vita gli sta riproponendo. Così, alla vigilia del ritorno in campionato e a qualche giorno dalla conferma del ritorno della leucemia e della necessità di curarsi, il tecnico serbo ha voluto salutare il ‘suo' Bologna. Non solo i giocatori, ma anche lo staff, i tesserati, i dirigenti della società che si sono radunati davanti al monitor per parlare con il tecnico.
Massimo riserbo sui contenuti della chiacchierata, ma poco conta sapere cosa abbia detto Mihajlovic o che hanno risposto i suoi interlocutori. Ciò che conta è che il tecnico serbo sta dimostrando di non mollare nulla, di aver ripreso per il bavero la malattia, strattonandola per riprendersi tutte quelle briciole di quotidianità che le cure gli stanno cercando di strappare via. Così, la decisione di una videochiamata direttamente dall'ospedale ha un enorme significato che va al di là dei suoi contenuti: Mihajlovic c'è, per tutti, per se stesso, per la leucemia.
L'aveva detto e lo sta facendo: "Proverò a dare alla malattia una seconda lezione". Già la prima volta, malgrado il dramma della scoperta di essere malato e i cambiamenti radicali della propria vita, Mihajlovic era riuscito con tenacia e caparbietà a rialzare la testa e vincere la battaglia. Tornando a fare ciò che più ama, allenare, intriso dall'affetto che lo circonda da sempre sia in campo che nella vita privata. Ora, nel secondo tempo del suo dolore, cerca di utilizzare le medesime carte vincenti della prima volta.
Dopotutto che Mihajlovic sia uomo di lotta e governo si sa da sempre e la dimostrazione, anche nel momento in cui non è necessario darla, è arrivata puntuale. Non è un caso se di fronte al ritorno della leucemia ha provato il tutto per tutto per non staccarsi dalla quotidianità, continuando a presentarsi in campo con già la consapevolezza di quanto gli sarebbe accaduto da lì a poche settimane, con le nuove cure. Adesso, con questa radunata virtuale, è come se non avesse mai lasciato il proprio ruolo, dando come sempre se stesso alla causa che ha sposato e imponendo a tutti la responsabilità di dare il massimo e oltre. L'ennesima lezione di vita, oltre lo sport.