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Mihajlovic: “Ibrahimovic al Milan? Peccato, si sarebbe divertito di più a Bologna”

Il tecnico del Bologna, che ha passato le feste circondato dall’affetto della sua famiglia, ha commentato il ritorno dello svedese al Milan e parlato delle sue condizioni fisiche: “Le analisi vanno bene e mi sento ogni giorno più forte. Grazie alla malattia ho scoperto una parte di me che non conoscevo. Ora vivo tutto più intensamente e mi godo ogni istante”.
A cura di Alberto Pucci
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Gli ultimi giorni di un anno da dimenticare e i primi di un 2020 pieno di speranza e fiducia, Sinisa Mihajlovic li ha passati a Roma circondato dall'affetto della sua splendida famiglia. Il tecnico del Bologna, che nello scorso luglio ha sconvolto il mondo del calcio italiano con la notizia della sua terribile malattia, è tornato a parlare delle sue condizioni di salute in occasione di un'intervista rilasciata a ‘Sport Week': il magazine della ‘Gazzetta dello Sport'.

"Le analisi vanno bene e mi sento ogni giorno più forte – ha spiegato l'allenatore serbo – Grazie alla malattia ho scoperto una parte di me che non conoscevo: vivo tutto più intensamente. Mi godo ogni istante e ho imparato a contare fino a 6-7, prima di arrabbiarmi, so che posso arrivare a 8. A 10 però non chiedetemelo, non è roba per un uomo come me".

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Il rimpianto per Ibrahimovic

In attesa di tornare in panchina, Mihajlovic ha poi commentato le ultime settimane del suo Bologna e il ritorno in Italia di Zlatan Ibrahimovic: giocatore che il club rossoblù aveva tentato di convincere, prima della decisione finale dello svedese di tornare a Milano: "Il nono posto attuale è un grande risultato – ha aggiunto Mihajlovic – E il merito va alla società, allo staff tecnico, alla squadra. Io ho fatto poco. L’obiettivo è migliorare il decimo posto dello scorso anno. Sono dispiaciuto che Ibra abbia scelto il Milan, perché penso che con il Bologna si sarebbe divertito di più".

I complimenti Mihajlovic li ha poi voluti girare anche ad altre squadre del nostro campionato: "Conte sta ottenendo il 120 per 100 dai suoi uomini, ma considero la Juventus ancora la più forte anche se in questo momento non è più la squadra di Allegri e non è ancora quella di Sarri – ha concluso – La Lazio sta facendo cose enormi e ne sono contento. L’Atalanta è una piccola Juve, un esempio per tutte le squadre di medio livello".

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