Mihajlovic e la lite con Medel: “L’ho fatto apposta, volevo sentirmi com’ero sempre stato”
Sinisa Mihajlovic ha passato uno splendido Natale a casa, circondato dagli affetti, dopo aver vinto una battaglia vera contro una brutta malattia. Il peggio è alle spalle. Il tecnico ha guidato i suoi nelle ultime due partite di campionato, entrambe chiuse con un successo (2-1 all'Atalanta, 3-2 al Lecce). Nella sfida contro i giallorossi Mihajlovic è stato sorprendentemente protagonista di uno screzio con un suo giocatore, Gary Medel, quelle immagini hanno fatto il giro del mondo. L'allenatore ha spiegato perché ha litigato con il cileno.
La lite di Mihajlovic con Medel in Lecce-Bologna
Nell'intervista rilasciata a ‘Sport Week', il magazine de ‘La Gazzetta dello Sport', il tecnico ha detto che negli ultimi mesi è cambiato abbastanza, ha scoperto una parte di se che non conosceva, ora riesce a contare fino a 7 o a 8 prima di inalberarsi, ma ci sono momenti in cui non riesce a trattenersi, com'è successo con Medel:
Con la malattia ho scoperto una parte di me che non conoscevo, una sensibilità che tenevo nascosta: ora capita che le lacrime scendano da sole. Sinisa stai diventando un piagnone, mi dico ogni tanto. È aumentato tutto: pure la pazienza. Ora rifletto di più. Da giocatore scattavo subito, non arrivavo neanche a uno. Adesso ho imparato a contare fino a 6-7, so che posso arrivare a 8. A 10 non chiedetemelo, non è roba per un uomo come me, e anche per questo ho litigato con Medel, anche se l'ho fatto un po' apposta.
Un tempo avrei strozzato un calciatore che mi mandava a quel paese
Con grande sincerità Mihajlovic ha detto di aver forzato un po' la mano con Medel per dare una scossa ai suoi calciatori, che tre minuti dopo la litigata tra il tecnico e il centrocampista hanno trovato il primo gol della partita. Negli spogliatoi la pace è stata fatta tra Medel e Mihajlovic:
Cercavo un pretesto per dare una sveglia a tutti e forse anche per risentirmi anch’io come sono sempre stato. Quando Gary ha reagito verso di me, mi è partita un po’ la brocca, poi però mi sono fermato. In passato se un mio giocatore mi avesse mandato a qual paese lo avrei strozzato in campo, ora invece, gli ho parlato negli spogliatoi, quella scintilla è servita per vincere. Non perdo più la lucidità.