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Mihajlovic duro, schietto e brusco col Bologna: “Non sono ipocrita, questo esonero non l’ho capito”

In una lunga e sentita lettera a cuore aperto Sinisa Mihajlovic ha chiarito la propria posizione sull’esonero: “Ringrazio tutti, anche la società. Con qualche mia lecita esclusione”
A cura di Alessio Pediglieri
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Dopo lunghe ore di silenzio, anche Sinisa Mihajlovic ha voluto dire ciò che pensava di fronte all'improvviso esonero che è sopraggiunto all'indomani della quinta giornata di campionato, dopo il 2-2 di rimonta ottenuto contro lo Spezia e che ha rimandato ancora una volta l'appuntamento del suo Bologna con la prima vittoria stagionale. Una decisione che ha fatto rumore, soprattutto per il rapporto e il legame che si era creato tra tecnico, città, giocatori e società. Invece, tutto si è concluso, amaramente, con l'allenatore serbo che ha riservato in una lunga lettera alla Gazzetta il proprio pensiero.

"Duro, schietto e brusco" si definisce Sinisa, senza mezzi termini: "Tanti anni in Italia e la sofferenza vissuta mi hanno addolcito, ma non cambiato del tutto. Ho smussato qualche angolo" continua in un passo ben preciso in cui si sofferma con lucidità sul proprio inaspettato esonero. "Ho risposto “presente” con il mio feroce senso del dovere, non trascurando nulla del mio lavoro, svolgendo al massimo il mio ruolo, anche nelle condizioni più drammatiche, per regalare ai tifosi e al Bologna le soddisfazioni che meritano".

Una analisi che alla fine arriva al punto focale, quello di non potere accettare una decisione che ancora oggi resta avvolta da un incomprensibile, quanto inaspettato, cambio di rotta societario: "Non sono mai stato un ipocrita" scrive ancora il tecnico serbo nella sua toccante lettera. "Non lo sarò neanche stavolta: non capisco questo esonero. Lo accetto, come un professionista deve fare, ma ritenevo la situazione assolutamente sotto controllo e migliorabile. La società non era del mio stesso avviso. Siamo appena alla quinta giornata, faccio fatica a pensare che tutto questo dipenda solo dagli ultimi risultati o dalla classifica e non sia una decisione covata da più tempo. Peccato".

Poi, profondi pensieri rivolti ai tifosi, alla città, allo staff tecnico, per quel legame che in tre anni è diventato duraturo, eterno al di là dell'attuale situazione professionale, e che tale resterà. Con un piccolo fastidio che Mihajlovic non stenta a manifestare senza mezzi termini: "Grazie agli appassionati tifosi del Bologna (…) al presidente Caputo che mi ha permesso di lavorare qui per tre anni e mezzo (…) ai vecchi dirigenti di questi anni (…). Alla società, con qualche mia lecita esclusione". Ed è qui che si insinua l'evidenza del sospetto che proprio all'interno del cerchio magico che sembrava essersi creato, qualcosa (o qualcuno) abbia operato in senso inverso.

Ma Mihajlovic nella sua ultima analisi se ne tira fuori, con onestà e lucidità che da sempre manifesta: "Potevo fare ancora meglio? Ho dato tutto me stesso?" si domanda e la risposta arriva chiara e puntuale: "Sì, senza il minimo dubbio. E questo mi permette di guardare tutti a testa alta e non rimproverarmi nulla", riservando un'ultima riflessione tutto fuorché marginale legata alle sue condizioni di salute e alla sua voglia di ritornare il prima possibile al proprio posto, in panchina. "Ci tengo a dire, che le mie condizioni di salute sono buone e in costante miglioramento. Io non mi sto più curando, sto solo facendo controlli sempre più saltuari. Ho seguito a Casteldebole tutti gli allenamenti in queste settimane: l’unico mio temporaneo impedimento è quello di non poter espormi per troppe ore a un sole forte. Ma non sono mancato un giorno. Nulla mi impedisce di lavorare e di andare in panchina".

Adesso, il Bologna è alla ricerca di un sostituto da trovare nelle prossime ore: c'era De Zerbi, liberatosi dallo Shakhtar ma che ha declinato con gentilezza ma fermamente la proposta della società, proprio per il legame di affetto e stima che lo lega a Mihajlovic. Sempre più insistenti si fanno le voci su Claudio Ranieri e Thiago Motta che sarebbero in ballottaggio per la panchina felsinea, quella davanti alla quale Mihajlovic si congeda con un ultimo abbraccio: "Ci rivedremo, spero presto, sul campo. Qualunque maglia vestirò, non sarò mai un avversario, ma sempre uno di Voi."

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