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Miccoli in carcere a Rovigo e non a Lecce: “Vuole stare lontano da tutti e lì non lo conoscono”

Miccoli si è presentato nel carcere di Rovigo per costituirsi dopo la pesante condanna a 3 anni e 6 mesi per estorsione aggravata dal metodo mafioso.
A cura di Marco Beltrami
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Ha lasciato tante volte la sua Puglia Fabrizio Miccoli durante la fortunata avventura da calciatore che lo ha portato anche a vestire la maglia della Nazionale in 10 occasioni. L'ultimo viaggio, il più brutto, il classe 1979 lo ha affrontato poche ore fa, quando è partito dalla sua Lecce per trasferirsi alla volta di Rovigo. Miccoli si è presentato nel carcere della città veneta per costituirsi dopo la pesante condanna a 3 anni e 6 mesi per estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Proprio a causa dell'aggravante Fabrizio Miccoli non ha potuto giovare di misure alternative alla detenzione, per i fatti ormai noti relativi a tanti anni fa. Ecco allora che ancor prima di ricevere l'ordine di esecuzione della condanna, firmato questa mattina dalla Procura, l'ex di Juve, Fiorentina, Benfica e Palermo ha deciso di presentarsi presso l'istituto di pena. Ma perché quello che un tempo era "Il Romario del Salento" non ha scelto il carcere di Lecce, città dove appunto vive con la sua famiglia, ma la casa circondariale di Rovigo (che è uno dei migliori istituti d'Italia)? Una scelta che è giustificata dalla sua volontà di "stare lontano da tutto e tutti" in questo momento a dir poco difficile.

L'avvocato Savoia, uno dei legali di Miccoli ha spiegato l'amarezza del suo assistito che non riesce a darsi pace per la condanna: "Miccoli ha preferito andare a Rovigo perché ritiene che lì nessuno lo conosca –  le parole a PalermoToday – Un modo per stare lontano da tutti. Ha appreso la notizia della condanna definitiva con molta amarezza e delusione, è convinto che sta pagando per qualcosa che non ha fatto. Per certi comportamenti che non per aver realmente commesso un reato". 

Ovviamente Miccoli ha sperato fino alla fine in un altro esito per questa storia che ha cambiato per sempre la sua vita, e infatti è apparso molto provato. I giudici della seconda sezione penale della Cassazione hanno confermato la sentenza della Corte di Appello di Palermo, per l'ex attaccante che ora dovrà restare in carcere per 3 anni e mezzo. Un incubo che con il passare dei mesi è diventato realtà per il calciatore che commissionò un'estorsione aggravata dal metodo mafioso a Mauro Lauricella. Quest'ultimo, figlio del boss Antonino ‘U scintilluni' avrebbe dovuto recuperare 12mila euro dall'ex titolare della discoteca ‘Paparazzi' di Isola delle Femmine, Andrea Graffagnini, minacciato e oggetto di violenza.

Il tutto nel tentativo da parte di Miccoli di aiutare l'ex fisioterapista del Palermo Giorgio Gasparini socio nel locale di Graffagnini. Come se non bastasse l'ex stella del calcio finì anche nell'occhio del ciclone per alcune intercettazioni telefoniche realizzate nel corso delle indagini, in cui definì Giovanni Falcone come un "fango". Parole che lo spinsero alle scuse pubbliche in lacrime in conferenza stampa. Lacrime che ora Miccoli è tornato a versare, dopo la brutta conclusione della storia.

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