Messi non è più una priorità per il PSG, l’addio arriverà in estate: c’è un motivo particolare
Gli spifferi e le correnti d'aria si stanno trasformando in un soffio sempre più costante e presente a Parigi e che spingerebbe Lionel Messi verso l'addio al club per quest'estate. Non c'è aria di rinnovo, il tam-tam di radio mercato vuole l'argentino sempre più lontano dal PSG e le insistenti voci di un riavvicinamento con il Barça stanno facendo il resto. Ma c'è un altro motivo, determinante, che ha oramai allontanato PSG e Messi in modo irreparabile.
Poco prima del Mondiale in Qatar sembrava essere tornato il sereno tra Messi e il PSG, poi è piombata la cappa dell'indifferenza: sul fronte economico ci sarebbero problemi, per una offerta del club con emolumenti per il prolungamento inferiori al 25% rispetto agli attuali. Una forbice non impossibile da colmare, ma è la proposta al ribasso che non piace all'entourage del giocatore.
Sotto accusa anche un rendimento mai stato veramente all'altezza con diversi acuti, ma in generale una qualità vista troppo ad intermittenza per poter proporre un prolungamento e pensare che l'investimento fatto sia di quelli da preservare sempre e comunque. Dopotutto anche i risultati, soprattutto internazionali, parlano di un ennesimo flop cui la Pulga non è riuscito a porvi rimedio. E mentre in Qatar si è visto un superlativo "dieci" che ha trascinato la Scaloneta sulla vetta mondiale, a Parigi si stenta a individuare nell'ex Barça l'uomo che possa fare ancora la differenza.
Altro elemento che allontana Messi dal PSG sono anche le possibili scelte tecniche del club: la società, nel triangolo Messi-Mbappè-Neymar, sembra aver preso già la propria decisione, optando per i due lati che si uniscono al vertice, formati dal francese e dal brasiliano, mentre la Pulga rappresenterebbe la base. Sacrificabile.
Ma ciò che sta facendo veramente vacillare Messi è soprattutto un ambiente pesante che respira a Parigi sin dal suo arrivo. Una vera e propria cappa che lo opprime da sempre, non essendo mai stato pienamente accolto dai tifosi del club, che sono tornati a fischiarlo dopo che episodi simili erano già avvenuti nel corso della stagione. Classica ultima goccia che ha fatto prendere la decisione di restare in silenzio sull'argomento rinnovo, attendendo la conclusione naturale del contratto.
A favore di Messi si sono schierati diversi ex giocatori, come l'ex centrocampista Emmanuel Petit, durissimo nei confronti dei tifosi parigini: "Quando sento questi fischi, per me sono un insulto al calcio. So che oggi c’è solo un branco di cani che pensano solo a sbavare su Neymar e Messi… Un consiglio: Messi vattene da questo club! Solo i tifosi parigini non si rendono conto che bisogna avere una rosa attorno a Messi". A rincarare la dose anche Therry Henry dopo i fischi arrivati nel match contro il Lione: "Assolutamente imbarazzante ascoltare i fischi dal Parco dei Principi. È uno dei migliori giocatori della squadra, ha segnato 13 gol e fornito 13 assist…"
La sensazione, dunque, è che a fine stagione si arrivi all'addio tacito. Nel contratto in vigore con il PSG ci sarebbe un'opzione per un altro anno che scatta però solamente con il consenso delle due parti in causa ma tra club e giocatore non c'è alcuna volontà attuale di mettere nero su bianco. Così, dalla Francia si accavallano anche le voci di un PSG che sta già valutando alternative per dare la "30" a qualche giovane, risparmiando gran parte dell'ingaggio (attualmente sono 40 i milioni stagionali a libro paga per la pulce) e facendo nuovamente all-in su Mbappè e Neymar.
In Spagna si è già accesa la luce azulgrana da diverse settimane, non appena si è capito che a Parigi qualcosa potesse non andare per il verso giusto. Prima il club si è esposto ufficialmente per nome del vice presidente – mossa azzardata ma mai compiuta prima e di notevole importanza – poi lo stesso Xavi in conferenza ha virtualmente riabbracciato l'amico e compagno di mille avventure e altrettanti trofei: "Suggestiva un'ultima Last Dance alla Jordan" ha pregustato l'ex capitano azulgrana. Dunque, i titoli di coda sembrano essere ad un passo: a Parigi il sette volte Pallone d'Oro non è più la priorità, l'alternativa più facile è il rientro al Barcellona dove non l'hanno mai dimenticato e tornerebbero, loro sì, ad osannarlo come un dio del calcio.