Messi ha escogitato da bambino l’assist che avrebbe fatto 20 anni dopo: è identico
Che sia o non sia il GOAT – ovvero il più grande di tutti i tempi – Leo Messi è indubitabilmente seduto nell'Olimpo dei migliori di sempre, in quell'atmosfera rarefatta dove i Pelé e i Maradona banchettano suggendo nettare calcistico. Trionfando ai Mondiali in Qatar domenica scorsa, il 35enne fuoriclasse argentino ha messo in bacheca qualsiasi trofeo esistente – sia di squadra che individuale, sia di club che con la nazionale – zittendo anche gli ultimi critici che battevano proprio sulla sua incapacità di caricarsi sulle spalle la Selección negli appuntamenti più importanti.
Copa America nel 2021, Coppa nel Mondo nel 2022, quando forse nessuno più ci credeva, dopo che nella scorsa stagione era finito addirittura fuori dalla lista dei 30 nominati per il Pallone d'Oro, lui che ne ha vinti 7 in carriera (ennesimo record) e che a questo punto è già favorito fin da ora per vincere l'ottavo, alla luce del nuovo regolamento che premia non più i risultati nell'anno solare ma quelli nella stagione calcistica. Quando il rigore tirato da Montiel si è insaccato alle spalle del portiere francese Lloris, Leo ha visto andare al suo posto anche quell'ultimo tassello che mancava, così da mettere a tacere proprio tutti.
In quel momento ha sistemato la sua bacheca ma anche quella dei suoi compagni di nazionale, che sanno bene che senza di lui non ci sarebbe stata coppa, festa, niente. Ed infatti al termine della finale si è assististo alla processione da parte di tutti i giocatori dell'Albiceleste per ringraziare Messi per aver consentito loro di toccare il cielo assieme a lui, come si vede in un suggestivo video increspato di lacrime.
"Andremmo in guerra per Messi", avevano detto e lui li ha ripagati con un livello di gioco celestiale, ma anche elevando le loro stesse prestazioni, non diversamente da come faceva Maradona decenni fa. Basti pensare ai 3 assist (in aggiunta ai 7 gol) che la Pulce ha distribuito ai compagni, tra cui quello fantascientifico a Molina contro l'Olanda, non guardando dove avrebbe messo il pallone e infilandolo in un corridoio esistente solo nella sua percezione aumentata della realtà.
Un passaggio che era dentro Messi da decenni, elaborato, preparato e messo in atto identico tanto tempo fa, quando il campione di Rosario era poco più di un bambino e tuttavia già faceva magie di quel tipo con la maglia del Newell's Old Boys, la squadra in cui era cresciuto e che avrebbe lasciato 13enne per volare a Barcellona. Vedere il video che mette in parallelo i due filmati fa venire i brividi: quell'assist ha viaggiato nel tempo, tornando al futuro. Era tutto già successo.