Messi e i talebani in Afghanistan: l’ultima provocatoria copertina di Charlie Hebdo
Ancora una volta Charlie Hebdo fa discutere. Il periodico settimanale satirico francese questa volta ha dedicato la sua copertina all'a dir poco delicata situazione dell'Afghanistan, Paese stravolto dalla guerra civile e dal ritorno al potere del regime talebano. Oggetto dell'immagine disegnata dai fumettisti transalpini alcune donne afghane che indossano un particolare burqa su cui campeggia in bella mostra il nome di Leo Messi, la stella argentina fresca di trasferimento dal Barcellona al Psg.
"I talebani sono peggio di quanto pensiamo", questo il titolo della copertina di Charlie Hebdo. Nella stessa sono state disegnate tre donne che indossano un burqa di colore blu (grande preoccupazione in tutto il mondo per la condizione femminile in Afghanistan in considerazione dei divieti e delle cieche restrizioni loro imposte dal regime talebano), con il nome di Messi e il numero 30, ovvero quello che porterà sulle spalle nella sua nuova avventura al Paris Saint-Germain. Qual è il senso di questa immagine tanto forte quanto provocatoria? C'è un legame tra i talebani e il mondo del calcio?
Alla base di questo accostamento c'è la volontà di sottolineare il legame tra il Qatar e il regime talebano. Al Paese della penisola araba che ospiterà tra l'altro i prossimi Mondiali di calcio appartiene la proprietà del Paris Saint-Germain. Inoltre il presidente dei bleus Nasser Al-Khelaïfi ha legami con la famiglia dell'emiro del Qatar, che è la principale fonte di finanziamento della società. Charlie Hebdo (noto anche per l'attacco terroristico subito nel 2015 in cui morirono 12 persone) con la copertina ha voluto sottolineare proprio le accuse che vengono mosse al Qatar di finanziare il terrorismo islamico. D'altro canto in questo modo si è anche evidenziato in maniera assai discutibile il fanatismo assoluto scatenatosi a Parigi dopo l'arrivo di Messi, paragonato a quello religioso