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Messaggio potente di Paolo Maldini dopo Milan-Genoa: gli rispondono subito 4 calciatori rossoneri

L’ex capitano e dirigente rossonero ha condiviso su Instagram un post corredato di testo e immagini eloquenti. La sua assenza alla festa dei 125 anni ha fatto molto rumore: “Nessuno potrà mai scalfire il tuo legame con la famiglia Maldini, la storia è memoria”.
A cura di Maurizio De Santis
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Le foto e il messaggio scelti da Paolo Maldini per celebrare i 125 anni del Milan arrivano dopo il pareggio deludente col Genoa in campionato e spiegano bene qual è lo stato d'animo dell'ex calciatore (ed ex dirigente) che ha scelto di non partecipare alla passerella di San Siro. E il fatto che tra i commenti ci sia stato una sorta di plebiscito di buona parte dei giocatori più in vista della squadra è altrettanto emblematico del momento che sta attraversando l'ambiente: quei cuori e quei like sono rimpianto e nostalgia di un tempo che è finito di colpo e non tornerà più. I cenni di Theo Hernandez, Maignan, Calabria, Leao, che hanno un peso non indifferente nello spogliatoio attuale, non possono passare indifferenti. Poi ci sono anche Adli e Sandro Tonali (che da Milano sono andati via). Tutti avevano un orientamento, ne hanno sofferto (e ne soffrono) la mancanza.

"Tanti auguri AC Milan per i tuoi 125 anni! Nessuno potrà mai scalfire il tuo legame con la famiglia Maldini, la storia è memoria". Nella seconda parte del testo è espresso con chiarezza – semmai ce ne fosse stato ancora bisogno – che niente e nessuno può mettere in discussione il suo attaccamento al club, alla maglia, alla storia che suo padre Cesare, lui stesso e in parte i figli, Daniel più di Christian, hanno contribuito a scrivere.

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Semplicemente, sono un'altra cosa rispetto a quello che è diventata oggi la società. Emblematica è la combo che l'ex capitano ha condiviso tra le immagini su Instagram: ce n'è una insieme all'ex direttore sportivo, Frederic Massara, nella quale posano accanto alla Coppa dello Scudetto vinto appena due anni fa. Assieme avevano avviato la rifondazione e iniziato un percorso, assieme sono andati via quando la nuova proprietà americana ha optato, legittimamente, per una direzione differente da seguire. Assieme hanno avuto la percezione – e non era solo suggestione personale – che da un momento all'altro, alla prima difficoltà oppure al primo inciampo, le cose sarebbero potute cambiare perché in fondo tutto era già scritto. E così è stato.

Fu lo stesso Maldini a raccontarlo dopo aver lasciato i rossoneri parlando delle motivazioni deboli alla base del suo licenziamento (e quello di Massara): "Il contratto di due anni con opzione di rinnovo – svelò in un'intervista – mi era stato fatto il 30 giugno 2022 alle 22: troppo impopolare mandarci via dopo lo scudetto".

Del resto, non occorre andare troppo indietro nel tempo per averne conferma, traendo spunto (anche) dal contenuto dello striscione che i tifosi hanno esposto al Meazza rendendo omaggio a questi campioni che "sono simbolo di un Milan che non esiste più". All'appello mancavano anche Boban e Rivera, colonne della tradizione, dal calcio virato seppia fino a quello dell'era moderna. Il croato ha manifestato pubblicamente delusione (lo ha fatto in tv a Sky) e non è stata l'unica voce dissonante, fuori dal coro. Messa fuori dalla storia.

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