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Terremoto in Turchia e Siria

Mertens e la moglie si rimboccano le maniche: caricano pacchi destinati alle vittime del terremoto

L’ex calciatore del Napoli e la consorte si mettono al lavoro per aiutare la macchina degli aiuti in Turchia. Nella pancia dello stadio del Galatasaray danno una mano per smistare i colli sui camion in partenza verso le zone del sisma.
A cura di Maurizio De Santis
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Dries Mertens e sua moglie, Kat, aiutano i soccorsi nel carico dei pacchi.
Dries Mertens e sua moglie, Kat, aiutano i soccorsi nel carico dei pacchi.
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Il NEF Stadium di Istanbul è diventato un centro di raccolta. Laddove ribolle il tifo del Galatasaray adesso c'è un fervore diverso. Il via vai di persone è per raccogliere aiuti, portare e smistare pacchi, mettersi al servizio del proprio Paese anima e corpo nel momento più duro e doloroso. Il terremoto è stato devastante, il bilancio delle vittime si aggiorna di continuo: quasi 10 mila le persone morte (in parte anche in Siria, nella porzione di territorio più vicina al confine), incalcolabile il numero dei dispersi, drammatiche le immagini dei corpi estratti da sotto i blocchi di cemento sbriciolati e ridotti a cartapesta dalla violenza delle scosse.

Ognuno è chiamato a fare la sua parte. Chi può, deve. Nessuno si senta escluso. Tra le fila di quell'esercito di volontari ci sono anche l'ex calciatore del Napoli, Dries Mertens, e sua moglie, Kat Kerkhofs. Nelle ore immediatamente successive alla tragedia hanno condiviso e rilanciato messaggi di solidarietà per sensibilizzare l'opinione pubblica internazionale ma non si sono fermati lì. Non hanno avuto bisogno di essere compulsati, sono scesi in prima linea e basta.

Si sono rimboccati le maniche e si sono messi al lavoro, non hanno badato al tempo né alla fatica. Erano lì, nella pancia dell'impianto per darsi da fare: a prendere colli, sistemarli sui bancali e poi aspettare che fossero caricati a bordo dei furgoni. Loro come altri tesserati della società turca in silenzio e con in testa ancora le immagini tremende che arrivano da quella porzione di Turchia spaccata in due dal cataclisma.

C'è una foto in particolare che testimonia con quanta partecipazione emotiva l'ex attaccante azzurro si sia prestato, è tra gli scatti condivisi dal Galatasaray: "Ciro", nomignolo che s'è guadagnato nel Golfo per la simbiosi raggiunta con la città e il popolo (dei tifosi), ha lo sguardo fisso davanti a sé e le mani nelle tasche del giubbotto, accanto c'è la moglie e insieme guardano quei camion pieni di risorse che partono verso le zone degli sfollati e dei soccorsi.

Chi può, deve. Vale anche per l'attaccante ecuadoriano del Fenerbahçe, l'altra società della capitale: Enner Valencia è stato fotografato mentre fa la spesa e ripone in un carrello generi di prima necessità e quant'altro possa servire quale materiale di soccorso per alimentare la catena di aiuti. Un piccolo contributo, l'ingranaggio di una macchina più grande che s'è messa in moto nel momento del bisogno.

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