Mertens doppietta da 10, gol al 10°: show nel segno di Maradona. Lazio ko, Napoli solo in vetta
Un gol al 10° minuto nella serata dedicata al 10 per eccellenza del Napoli. DM, Dries Mertens ha le iniziali giuste e colpi da manuale (105 gol in A, 139 in azzurro) per rendere omaggio a Diego Maradona che al "Maradona" (il vecchio San Paolo), in occasione della sfida contro la Lazio, era presente in campo. Era lì, sulla pista con la sua statua a grandezza naturale, osannato come fosse vivo, pronto a giocare. La mano de dios e il piede sinistro sono stati ricavati grazie a un calco sugli arti dell'ex Pibe de Oro, il resto è amarcord, apoteosi, corazon che batte e cori che non si sentivano da tempo. E poi quel 4-0 è iconico: nel 1985 con lo stesso risultato arrivò la vittoria con una tripletta di D10s. Vittoria netta, che riscatta il ko amaro di Milano contro l'Inter e regala il primato solitario: +3 sul Milan (battuto dal Sassuolo), +10 sulla Roma quinta e ai margini dalla zona Champions.
Echeggia perfino "un giorno all'improvviso" che è una fitta dentro per Maurizio Sarri, oggi sulla panchina della Lazio. "Ciro", il soprannome del belga, martella i capitolini. Zielinski apre le marcature, lui rifila l'uno-due micidiale che indirizza il match e lo fa sprigionando gli effetti speciali del suo destro. E non è certo nuovo a prodezze balistiche del genere quando dinanzi a sé ha la Lazio. Spalletti lo richiama in panchina a mezzora dal termine: gli regala standing ovation e meritato riposo, piazzando in avanti il colosso Petagna cambiando interpretazione alla gara.
Una parata di Ospina e una traversa scheggiata dai biancocelesti nelle rare pause di furore agonistico degli azzurri spezzano l'assedio ma non danno la scossa all'incontro anche perché la reazione dei partenopei è letale, immediata, di quelle che ti piegano in due come un cazzotto nello stomaco. I dati della sfida parlano chiaro: il Napoli cannibalizza il possesso palla (oltre il 60% che in alcuni momenti sfiora addirittura il 70%), arriva al tiro più di 15 volte (la metà delle quali nello specchio della porta e 8 da dentro l'area) e crea azioni pericolose. La squadra di Spalletti gioca a ondate, con un ritmo molto alto almeno nel primo tempo mentre nel secondo darà prova di compattezza e nervi saldi.
Non c'è Osimhen ma lì davanti la sua assenza non si avverte e con Mertens "vero nove" diventa tutto più facile. Koulibaly giganteggia: è uomo di lotta e di governo, tampona e imposta. Lobotka e Fabian (autore del poker) si disimpegnano bene nel cuore della mediana. Zielinski è in serata sì e questa volta non sbaglia bersaglio. Nella ripresa qualcosa cambia per l'atteggiamento dei padroni di casa ma il bandolo della matassa resta nelle mani dei campani. Il Napoli c'è, cancella la Lazio di Sarri e scappa in vetta. Nel segno di Diego, re ancora per una notte al Maradona. Re per sempre nel cuore di chi ama il calcio.