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Memphis Depay è l’uomo giusto al momento giusto per l’Olanda (e per la Juve)

Nell’estate del 2015 Memphis Depay passa dal PSV Eindhoven al Manchester United e sembra essere il nuovo astro del calcio olandese ed europeo. Dopo sei anni fra alti e bassi, Depay ha acquisito una nuova maturità tattica e di leadership ed è pronto per guidare l’Olanda di Frank de Boer agli Europei e poi trasferirsi in un grande club.
A cura di Jvan Sica
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Ancora una volta, dopo ben sei anni, Memphis Depay è al centro dell’Europa, di sicuro al centro dell'Olanda, ma anche del calciomercato dei migliori club del nostro Continente. Era già successo nell’estate del 2015 appunto, quando su questo gioiello dalla brillantezza accecante del PSV Eindhoven c’erano il Liverpool, il Paris Saint-Germain e il Bayern Monaco. Allenatore del Manchetser United al tempo era Louis van Gaal, il quale smosse mare e monti nel suo Paese di origine pure di prendere Depay, che passò ai Red Devils per 25 milioni di sterline, per tutti un affare stellare.

“Io ho molte aspettative su me stesso. Questo è importante”

Il ragazzo arriva a Manchester e non sceglie la via dell’understatement. Chiede e ottiene la maglia numero 7, che aveva lasciato da poco Ángel Di María, passato al Real Madrid, e che precedentemente era stata indossata da gente come George Best, Éric Cantona, David Beckham e Cristiano Ronaldo.

Parte fortissimo con prestazioni super e gol, ma inizia anche a calare molto presto. Al De Telegraaf dice che in Inghilterra è impossibile rendere bene perché si gioca troppo e con l’altro neo-arrivato Anthony Martial diventano la coppia che se in tono con la partita fanno faville, se distanti sono una tassa troppo esosa da pagare. Inizia ad andare spesso in panchina, nella stagione 2016-2017 con José Mourinho vede il campo ancora meno e se ne va ben presto, partendo per Lione il 27 gennaio 2017.

“Mourinho è un grande allenatore. Mi ha detto che crede in me, di persona ma anche pubblicamente”.

Eh mi sa che ti/ci ha fregato, caro Memphis.

Quando arriva in Francia il rumore sulla sua vita privata, sul fatto che al PSV avevamo visto un fuoco di paglia e sulla difficoltà di entrare e farsi accettare da uno spogliatoio era fortissimo. L’Olympique Lione sembrava già la riserva indiana per un giocatore di soli 23 anni. Non sarà così. A Lione Depay continua con qualche atteggiamento non troppo elegante, ma gioca e lo fa bene, prendendo in mano la squadra, chiedendo e ottenendo fiducia dai compagni e segnando tanto per un calciatore che non ha quello come primo obiettivo. In quattro anni e mezzo, tra infortuni, Covid e tutto il resto ha segnato 76 gol in 178 partite.

“Sono sempre stato criticato, ma l'importante è quello che pensa di me la mia squadra. Degli altri non mi interessa la loro opinione, parlano a vuoto. I social network danno loro voce, ma io non li ascolto”.

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Memphis Depay ha dimostrato di essere cresciuto non tanto da un punto di vista tecnico, perché già era ad altissimo livello da ragazzino e ha solo messo in tasca alcuni piccoli elementi grazie all’esperienza molto utili, ma soprattutto ha dato una connotazione tattica molto interessante al suo gioco e ha acquisito doti di leadership che riporta anche in Nazionale, dove Frank de Boer lo ha scelto fin dall’inizio come centro focale della manovra offensiva.

L’idea del tecnico orange è sfruttare la sua mobilità, la capacità di Depay di avere almeno due anime, quella da centravanti mobile ma capace di reggere gli urti, giocando anche spalle alla porta se serve, ma allo stesso tempo quella di abbandonare la posizione, abbassarsi per muoversi da mezzapunta o decentrarsi, così da togliere davvero ogni riferimento possibile alla difesa avversaria. Con un Depay che sa dove mettersi e con chi associarsi, il Depay che ha sempre saputo cosa fare con il pallone viene esaltato. Inoltre intorno a lui ci sono calciatori come Wijnaldum e Klaassen, che sanno utilizzare gli spazi che Depay fa immaginare e poi concretizzare grazie al suo gioco.

Un Depay così è un calciatore che non può non essere corteggiato da tante squadre e infatti si parla insistentemente di tre grandi club, di cui due italiani. Nella Juventus sarebbe il calciatore perfetto per giocare con Cristiano Ronaldo, molto probabilmente al suo ultimo anno juventino, per poi prenderne la leadership assoluta. Un calciatore che usa il corpo come fa Depay e sa dialogare con i compagni in quel modo per la Juve sarebbe un acquisto perfetto. La seconda squadra italiana su di lui sarebbe il Milan. A costare Depay costa, ma il Milan con lui farebbe un salto di qualità netto ed evidente, perché Depay può serenamente sostituire Ibrahimovic senza far calare il gioco della squadra. Infine su di lui c’è il Barcellona, che lo schiererebbe in un attacco a due con Aguero, con messi alle loro spalle. Mica male. Ma prima della scelta definitiva ci sono gli Europei, in cui l’Olanda non parte tra le favoritissime e storicamente essere un underdog ha sempre portato bene agli Orange.

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