McKennie svela cos’è successo tra Kean e la Juventus: “Molte persone dubitavano di lui”
Weston McKennie è stato il grande protagonista della Juventus nella notta di Champions che ha visto i bianconeri battere il Manchester City di Guardiola nell'ultimo turno. La girata dell'americano ha messo in cassaforte il risultato sul punteggio di 2-0 alimentando le speranze della squadra di Thiago Motta di piazzarsi tra le prime 8 in classifica e accedere agli ottavi. McKennie è stato intervistato dalla CBS Sports Golazo raccontanndo un po' il suo inizio di stagione alla Juventus e il momento della squadra parlando anche del suo amico Moise Kean.
Proprio l'attaccante ex bianconero, cresciuto nel vivaio della Vecchia Signora, e che oggi alla Fiorentina è già riuscito a mettere a segno ben 13 gol in stagione in 19 partite giocate, è stato oggetto di discussione. Kean ha pubblicato "Chosen", il suo primo album rap e con McKennie è sempre stato molto legato. Ultimamente però in tanti si chiedono, alla luce del suo rendimento alla viola, se non sia stato uno sbaglio per la Juve lasciarlo partire. Lo statunitense spiega: "Aveva solo bisogno di un allenatore che credesse in lui e che gli desse fiducia e minutaggio".
Di certo non si può dire che Max Allegri non credesse in lui dato che il tecnico livornese ha sempre cercato di dargli fiducia quando i problemi fisici, specie quelli dell'ultimo periodo alla Juve, gli hanno dato tregua. Eppure per McKennie anche l'allenatore fa la differenza e infatti Palladino con Kean è riuscito a creare un feeling particolare facendogli capire al meglio ciò che gli chiede alla Fiorentina. "Non sono sorpreso della stagione che sta facendo Kean – ha spiegato McKennie -. Ha le capacità per fare tutto, gli ho detto che spero che continui così perché se lo merita".
McKennie spiega che anche l'allenatore ha fatto la differenza nel percorso di crescita di Kean
Ma allora cosa non ha funzionato quando giocava alla Juventus? Perché non è riuscito a convincere totalmente il club bianconero e anche Thiago Motta a trattenerlo? McKennie spiega: "Quando era alla Juventus molte persone dubitavano di lui e l'ho trovato ingiusto: solo perché è un attaccante e deve fare gol, ma è difficile riuscire quando entri gli ultimi 10 minuti in ogni partita". Insomma, per McKennie il problema era la continuità. Oggi Kean è titolare di una Fiorentina che finalmente vola di nuovo e stabilmente nelle zone alte della classifica.