Mbappé fa impazzire la Juve, poi il PSG si placa e Allegri limita i danni: 2-1 a Parigi
Come giudicare la partita di Champions della Juventus a Parigi? Se pensi al primo tempo, che il Psg è sembrato affrontare come in un video-gioco per le combinazioni da capogiro sui gol, a questa squadra dai davvero poche chances di superare la fase a gironi. Il Benfica ha vinto come da pronostico col Maccabi e Allegri, che lo ha anticipato qualche giorno prima del match, sa già che i conti per la qualificazione li dovrà fare coi portoghesi.
Se guardi al coraggio, alla personalità e alla qualità degli spunti profusi nella ripresa, complice un atteggiamento senza furore dei francesi, puoi anche trovare note liete in una serata che era iniziata con le avvisaglie di un naufragio. Ed è finita con Locatelli messo dentro per Milik e De Sciglio per uno sfinito Cuadrado… perché serrare i ranghi e affidarsi all'ultimo assalto o anche perdere per 2-1 può andar bene per come si erano messe le cose e sperare di cancellare lo zero in classifica nel girone che vede addirittura i lusitani in testa.
Avete presente quando giochi alla PlayStation contro un avversario che si dimena sui tasti ma tu conosci tutti i trucchi e le combinazioni e fai quel che vuoi? Paris Saint-Germain–Juventus per larghi tratti è stata più o meno così. Del resto se hai davanti Messi-Mbappé-Neymar te lo aspetti. L'avvio è stato tremendo. Due reti in venti minuti sono micidiali. Possono stroncarti e rischi l'imbarcata oppure, se la sorte un poco gira alla tua parte, tieni la testa fuori dall'acqua (pur restando con le onde alla gola).
Uno-due. Kylian lo piazza in venti minuti sfondando la difesa (?) bianconera dal fianco sinistro e poi destro. Prima Neymar gli serve un assist-pallonetto che sembra telecomandato dal controller (lo spedisce in diagonale alle spalle di Perin). Poi chiude con un tocco preciso la triangolazione rapida con Verratti e Hakimi. Che botta, la Juve non ha capito niente.
Gigio, croce e delizia. Milik ha un conto aperto con Donnarumma ma proprio non riesce a passare all'incasso. Nel 2018, da portiere del Milan, gli negò il gol che avrebbe consegnato al Napoli punti scudetto. Questa sera con un riflesso felino gli ha tolto dalla porta un colpo di testa che avrebbe cambiato l'inerzia della prima frazione. Applausi per il numero uno della Nazionale che si tramutano in mugugni quando da una sua incertezza nasce il 2-1 della Juve segnato da McKennie.
Il suo errore è la fotografia di una squadra che ambisce a vincere la Champions ma all'improvviso stacca la luce e rischia di rovinare tutto in maniera clamorosa. Aveva il match in pugno, se l'è lasciato sfuggire. Sulla strada per Istanbul certe cose non te le puoi permettere.
La Juve ha avuto addirittura la possibilità di pareggiare nonostante Vlahovic sia rimasto in un cono d'ombra per tutto il match. Però il numero delle conclusioni nello specchio è lo stesso (4). Quello delle grandi occasioni create ne conta una in più per il Psg. Tre a due il conto delle parate. E torni a quella sensazione iniziale di bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Ma questo passa il convento per ora. Questa è la Juve senza le sue stelle acciaccate, Pogba e Di Maria, in attesa che rientri Chiesa.