Mbappé esce dal campo di corsa senza salutare nessuno: è il primo ad andare negli spogliatoi

Nell'euroderby di Madrid la stella di Kylian Mbappé non è stata brillante come al solito: tutti si aspettavano qualcosa in più dal francese, soprattutto dopo la grandiosa prestazione vista agli spareggi contro il Manchester City, ma al Bernabeu è stato spento e prevedibile, quasi irriconoscibile. Gli errori sono stati tanti e qualcuno rischiava anche di condizionare la partita, per questo dopo il triplice fischio ha abbassato il capo e si è diretto negli spogliatoi da solo senza salutare nessuno.
Non ha festeggiato con i compagni e non ha neanche stretto la mano agli avversari come si è soliti fare, ma con passo deciso ha imboccato immediatamente il tunnel con aria piuttosto nervosa. È la fotografia della sua serata dove tutto è andato storto, nonostante alla fine sia arrivata la vittoria per il suo Real Madrid. Eppure lui in campo è stato evanescente, fermato probabilmente da qualche difficoltà di cui neanche Carlo Ancelotti ha voluto parlare in conferenza stampa.
Mbappé lascia il campo a testa bassa
Anche se è arrivata la vittoria il francese non poteva essere felice. La sua partita è stata negativa, da insufficienza in pagella, e per questo alla fine il nervosismo ha preso il sopravvento su tutto: Mbappé ha lasciato il campo al triplice fischio a testa bassa, nervoso e anche tanto pensieroso. Non ha salutato nessuno, se non qualche membro dello staff del Real Madrid che era appostato davanti al tunnel che conduce agli spogliatoi. Non si è preso del tempo per festeggiare con i suoi compagni e non ha salutato i giocatori dell'Atletico Madrid, ma si è fiondato immediatamente fuori per sfuggire a tutto.
In tanti hanno pensato a un possibile infortunio che lo ha condizionato per tutti i 90 minuti, un'ipotesi prontamente smentita da Ancelotti in conferenza stampa: "Se Mbappé ha avuto problemi fisici? No, solo il dente. Non ha potuto allenarsi per 3 giorni per questo". Le immagini però ci raccontano di uno Mbappé scarico, poco in sintonia con il resto della squadra e quasi sempre nel posto sbagliato, un cambiamento abissale rispetto a due settimane fa quando era diventato un gigante nella partita degli spareggi contro il Manchester City.