Maxi Lopez: “Se in Italia chiudono il campionato scoppia una guerra. Il presidente della Figc? È Lotito”
Maxi Lopez conosce ormai bene l'Italia, come fosse la sua seconda casa. Dal trasferimento al Catania nel 2010 ha trascorso gran parte della sua carriera nel nostro paese, indossando sette maglie diverse. Oggi è al Crotone, in Serie B, e anche lui è in attesa di notizie sulla possibile ripresa del campionato. La sua squadra, seconda in classifica, è una delle indiziate per la promozione in Serie A qualora la stagione non dovesse riprendere. In Argentina, ai microfoni di ‘TycSports', ha raccontato come sta vivendo la situazione.
"Due due mesi sono chiuso in casa e sto cercando di resistere. Abbiamo avuto un incontro con la squadra e ci hanno detto che cominceremo a fare allenamenti individuali, di questo sono contento. Ci sarà un protocollo e ogni calciatore si allenerà in orari diversi. Serviranno più che altro per riattivarci sul piano fisico e atletico".
Maxi Lopez è poi andato più nello specifico: cosa succederà con il campionato? Lo stop della Ligue 1 decretato dal governo francese ha fatto il giro del mondo. La decisione presa dalla Francia ora può essere adottata come modello da diversi paesi, compresa l'Italia, per ammissione del ministro dello sport Vincenzo Spadafora. L'attaccante argentino, però, non riesce ad immaginare quale potrebbe essere la reazione ad una sospensione definitiva del campionato con verdetti stabiliti in base alla classifica parziale. Ne ha parlato senza filtri, con un passaggio preciso su Claudio Lotito, il più deciso nel chiedere la ripartenza del campionato, definito ‘presidente della Federcalcio' (della quale è in realtà solo consigliere).
"Se in Italia fanno quello che hanno deciso di fare in Francia, scoppia una guerra mondiale. Qua è completamente diverso. Il presidente della Lazio (Claudio Lotito, ndr) è secondo in classifica ed è il presidente della Federcalcio. Per lui già un mese fa si poteva giocare a calcio. Qua serve che un'istituzione a livelli più alti, come la Uefa o la Fifa, prenda una decisione definitiva".