Max Giusti e l’incontro con Capello: “Mi risponde gelido: ‘Non vedi che sto leggendo?’. Me ne andai”
Max Giusti a 56 anni è nel periodo aureo di un artista, le sue imitazioni – anzi è riduttivo definirle così, sono interpretazioni sceneggiate che restituiscono l'anima dei personaggi – di Aurelio De Laurentiis, Fabio Capello e Alessandro Borghese, per citarne alcuni, sono autentiche masterclass a parere di chi scrive. Il comico e conduttore romano ha raccontato cosa è accaduto quando tempo fa incrociò Capello dal vivo: non esattamente un incontro caloroso, anzi tutt'altro, al punto che se ne andò mestamente via dopo essere stato trattato gelidamente.
Max Giusti non può dimenticare l'incontro con Fabio Capello: gelo polare
"Era l'anno dello scudetto della Roma (il terzo della storia giallorossa, nel 2001, con Capello allenatore, ndr), e ci siamo trovati sullo stesso aereo. Io ero alla fila 25, lui alla 6. All'arrivo aspetto che la gente scenda, poi mi avvicino con la tessera della Roma – allora era cartacea – in mano. E molto umilmente gli chiedo se me la può autografare. Lui mi risponde gelido: ‘Non vedi che sto leggendo?'. Zitto zitto me ne sono andato", è il ricordo nitido di Giusti.
La reazione di Aurelio De Laurentiis alla sua imitazione: "Ha visto che la sua famiglia si divertiva"
Quanto al presidente del Napoli, nell'intervista a Quotidiano Nazionale il multiforme artista romano ha raccontato come ha reagito alla sua imitazione: "De Laurentiis lo conosco bene perché ho lavorato insieme con lui, ci sono anche andato in vacanza. È un grande affabulatore, e ha un eloquio unico. Se si è lamentato? Aurelio all'inizio era un po' preoccupato, poi ha visto che la sua famiglia si divertiva e gli ha fatto piacere. Ma io faccio le imitazioni per divertire il pubblico, non voglio offendere nessuno".
La capacità di Max Giusti di incarnare in maniera assolutamente convincente i personaggi che imita ha prodotto scherzi succosi: "Una volta con la voce di Lotito ho chiamato un allenatore di serie B, o forse C, dicendogli che mi serviva un tecnico per la Primavera. Naturalmente lui era felice, ma lo scherzo mi è sembrato troppo crudele e mi sono svelato subito. Un'altra volta ho chiamato Marotta con la voce di De Laurentiis. È stato gentilissimo, continuava a darmi ragione. Abbiamo parlato per 20 minuti e non si è accorto di niente…".