Mauro ha visto in Barella qualcosa che altri non vedono: “Non fatico a dire che è come Iniesta”
Il demone di Piacenza è il soprannome che s'è guadagnato sul campo Simone Inzaghi per quanto è riuscito a raggiungere, conquistare con l'Inter. La finale di Champions League contro il Manchester City (persa perché Rodri aveva dalla sua la sorte, oltre la tecnica) è stata la ciliegina sulla torta di un percorso iniziato 3 anni fa. Lo scudetto della stella cucito sulla maglia ufficialmente il 22 aprile (ma lo era già da tempo) è come sorseggiare l'ammazzacaffè per aver vinto tutto in Italia.
Tra gli interpreti più fervidi del suo ‘sabba' ce n'è uno in particolare che quando c'è (e ha la testa giusta) fa tutta la differenza perché appartiene alla categoria di giocatori "di lotta e di governo" che tengono in piedi la baracca e, magari, ti risolvono anche una partita. È Nicolò Barella, l'ex centrocampista del Cagliari che aveva incantato anche il Liverpool e il Newcastle e dei nerazzurri è un punto fermo sia a livello tattico sia tecnico.
Ed è divenuto così importante – anche quale pedina della Nazionale – che Massimo Mauro si sbilancia in maniera clamorosa su di lui. Deve aver visto qualcosa che altri non vedono, tant'è che nello studio di Pressing si accende un dibattito pacato (ma sentito) con Sandro Sabatini e Ivan Zazzaroni che, dinanzi all'accostamento fatto dall'ex juventino restano interdetti.
"Barella è migliorato molto dal punto punto di vista caratteriale – è l'affermazione di Mauro che completa la riflessione sul calciatore aggiungendo un altro dettaglio -. Se lui diventa perfetto lì (il riferimento è alla possibilità di maturare e crescere ancora in personalità, ndr), non faccio fatica a dire che è come Iniesta perché tatticamente e di temperamento non ha nulla da invidiargli. Se l'anno scorso l'Inter ha rifiutato una proposta da tantissimi milioni di una squadra inglese è proprio per questo motivo".
"Io me ne vado", dice Sandro Sabatini ironicamente manifestando così dissenso rispetto a quell'opinione che gli appare un po' azzardata. "Sì sì te ne puoi anche andare", è la replica di Mauro che dà forza al concetto sostenendo "tu nella vita hai fatto il giornalista, io ho fatto il calciatore". Il direttore del Corriere dello Sport, Zazzaroni, chiosa la questione con una frase semplice semplice. "Non sono d'accordo ma non me ne vado per rispetto verso Mauro che ha giocato a calcio con la Juventus, il Napoli, l'Udinese e il Catanzaro di Palanca. Ritengo quel paragone un po' eccessivo".