Maurizio Sarri, resa dopo la finale persa contro il Napoli: “Oggi la Juventus non può esprimere di più”
Il nervosismo mal nascosto dei giorni scorsi, generato da una finale conquistata giocando al di sotto delle attese, ha finito per incidere sulla testa e le gambe. La sua e quelle dei suoi giocatori. Maurizio Sarri e la Juventus tornano da Roma con una sconfitta pesante in valigia e una serie di interrogativi imbarazzanti. A pochi giorni dal ritorno in campo in campionato, e con all'orizzonte la sfida europea contro il Lione, il tecnico ha ammesso che la Juventus è ancora lontana dalla sua condizione psico fisica ottimale.
"C'è delusione per i ragazzi, per la società e per i tifosi – ha esordito il mister ai microfoni della Rai – In questo momento non possiamo esprimere molto di più, un po' per la condizione fisica e un po' per qualche assenza importante. Abbiamo cercato di pressare meno alti per tenere una maggiore tenuta alla distanza, la partita l'abbiamo fatta con buoni livelli di applicazione ma in questo momento ci manca brillantezza".
Il parere di Sarri sulla partita di Cristiano Ronaldo
"Abbiamo difficoltà nel trasformare la mole di gioco in pericolosità perché ci manca brillantezza. Abbiamo una squadra basata sulle individualità e quindi senza brillantezza si fa fatica. Non credo ci manchi cattiveria, perché stasera abbiamo mostrato applicazione. I nostri giocatori sono individualisti, hanno facilità a saltare l'uomo e in questo momento facciamo più fatica. Il doppio 0-0 è un fatto inedito e, ripeto, credo sia per quanto detto".
Di fronte alla domanda sulla prestazione di Cristiano Ronaldo, l'emblema più evidente di una squadra ancora in rodaggio, il tecnico di Figline Valdarno ha preferito glissare: "L'ho visto come gli altri a livello di condizione fisica. Gli manca quel pizzico di brillantezza che gli consente di fare le cose nel modo migliore, in questo momento può succedere. Cosa ho detto ai ragazzi dopo la partita? Ai miei giocatori ho detto poco, ero molto arrabbiato e deluso. Ora meglio stare in silenzio, poi ne parleremo più tardi o domattina".