Maurizio Sarri, esonero a fine stagione possibile: via dalla Juve senza una svolta
Due finali perse nel giro di pochi mesi. Nessuna possibilità di realizzare il "triplete". Quanto alla "grande bellezza" del gioco, a Torino non s'è mai palesata rafforzando la convinzione che in fondo si stava meglio quando si stava peggio (con Massimiliano Allegri). Maurizio Sarri ha 12 partite di tempo e scampoli di Champions per non passare come il tecnico che alla Juventus ha portato in dote una sola cosa: l'abitudine alla sconfitta, ad arrivare seconda.
La Lazio gli tiene il fiato sul collo e non può perdere (anche) lo scudetto dopo aver fallito in Supercoppa e Coppa Italia. Il Lione arriverà rabberciato al ritorno di Coppa e non si può fallire la qualificazione ai quarti. Il trofeo sfumato due volte in finale (contro il Barcellona nel 2015, il Real Madrid nel 2017) quando in panchina c'era un altro toscano resta l'obiettivo principale di una squadra pedemontana: fortissima al di qua delle Alpi, mai vincente al di là del confine patrio. Riuscirà a sdoganarla? Deve farlo, non ha alternativa rispetto all'esonero che può arrivare a fine stagione o forse anche prima.
Sarri non è l'unico sul banco degli imputati. Inevitabile che quando i risultati non arrivano sia sempre l'allenatore a finire nel mirino per primo e a pagare per tutti. Se alla Juventus i conti non tornano, però, c'è dell'altro, compresa la gestione del mercato e il rendimento di alcuni elementi. Uno su tutti: Cristiano Ronaldo. Il rapporto qualità/prezzo rispetto al ritorno in termini di successi è in rosso: i sacrifici affrontati per il budget e lo sforzo fatto per entrare in una nuova dimensione sportiva e di brand non hanno prodotto i dividendi sperati.
Morale della favola: se a Torino non arriva la Champions, il tecnico potrebbe non essere il solo a fare i bagagli. Oltre all’ex Real si ritroverebbe in discussione anche lo staff di mercato considerate le scelte condotte finora che allargano lo spettro della valutazione e costituiscono solo un'attenuante rispetto alle responsabilità dirette dell'allenatore.
L'impressione che la Juventus sia dimensionata male è palpabile. Matthijs de Ligt è costato tanto ma a giudicare dalle difficoltà di ambientamento palesate su di lui si può solo sospendere il giudizio per adesso. Danilo (suo il secondo, pesantissimo, errore dal dischetto) scambiato per Cancelo ha spostato equilibri in bilancio e non in campo. Rabiot e Ramsey (quest'ultimo anche per noie fisiche) si sono rivelati uno "spreco" di risorse pur essendo stati rilevati a costo zero. Emre Can era davvero così inutile? Possibile che anche una "vecchia" volpe come Mandzukic non potesse tornare utile? Magari avrebbe risolto quel problema in attacco provocato (anche) dalla mancata cessione di Higuain e dalla mancanza di un "gemello" ideale per CR7. Il Pipita non è e non è mai stato Benzema. E là davanti la Joya c'è stata a sprazzi.