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Mauricio Pinilla svela la sua storia di depressione e attacchi d’ansia: “Ma ora non bevo da 8 mesi”

L’ex attaccante cileno ha parlato a cuore aperto dei gravi problemi di salute mentale: “Già a 20 anni soffrivo d’attacchi d’ansia. Ho dovuto prendere farmaci perché erano tempi difficili”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Sono uscito da quel buco nero, ce l'ho fatta". Mauricio Pinilla ha 40 anni, metà dei quali trascorsi sui campi di calcio. L'ex attaccante che con il Cile ha vinto per 2 volte la Copa America ora può guadare dietro di sé e non avere più paura. "Un giorno Dio mi ha illuminato e mi ha detto: non ne uscirai a solo, fatti aiutare. Così mi sono fatto consigliare da uno specialista e ho iniziato un trattamento medico e psichiatrico".

Il lato oscuro di Pinilla: tormentato dagli attacchi d'ansia

In tutta la sua vita, di uomo e calciatore (in Italia ha indossato le maglie di Inter, Chievo, Grosseto, Palermo, Cagliari, Genoa, Atalanta) ha dovuto fare i conti con il lato oscuro di sé: è finito allo sprofondo ed è risalito, ha rischiato di perdersi e scomparire nel gorgo della depressione che lo ha spinto nelle cliniche psichiatriche, degli attacchi ansia che lo hanno tormentato "già a 20 anni", degli abusi e degli eccessi.

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Il ricorso ai farmaci e alle cure specialistiche

"Non tocco più un bicchiere né bevo alcol da 8 mesi", ha confessato Pinilla in un'intervista con il giornalista Francisco Sagredo. Ha parlato a cuore aperto quando ha ammesso: "Ho dovuto prendere farmaci perché erano tempi difficili. Si dicevano tante cose su di me… in quel periodo mi occupavo di mia madre che aveva un tumore. Mi vengono queste crisi di angoscia, ma adesso sto molto meglio". 

La preoccupazione per le sue condizioni dopo un programma tv

Ad aprile scorso, durante un programma su Espn, le condizioni dell'ex punta destarono grande preoccupazione: sembrò addormentarsi nel bel mezzo della trasmissione e chi lo vide in quello stato non esitò a dare sfogo alla curiosità più morbosa.

Come aveva fatto a ridursi in quel modo? "Ero in una fase critica del mio trattamento. Mi consigliarono riposo ma ho voluto esserci a tutti i costi. Non volevo accettarlo, mi ostinavo a credere potessi fare la mia vita i sempre. Invece, avrei dovuto fermarmi. Mi hanno crocifisso per tutte le cose che hanno detto sul mio conto. Mi sono sentito totalmente violato".

Come sta oggi l'ex attaccante cileno

Poco alla volta, Pinilla è riuscito a fare i conti coi suoi demoni. Ha imparato a gestirli e a tenerli a bada, a gestirsi diversamente. "Riconoscere di avere un problema e farsi aiutare è il primo passo – ha concluso -. Oggi mi dedico completamente ai miei figli, allo sport, alla famiglia e al lavoro. Mi concentro sulle cose che mi sono più care e mi danno forza. E continuo a essere molto vicino a mia madre che ha un cancro al quarto stadio. È così che sono riuscito a uscire dalla tempesta che mi aveva colto".

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