Materazzi a muso duro: “Odio la Juve, quando ha perso le finali di Champions il mio cuore batteva forte”
Fare il nome della Juventus a Marco Materazzi è come sventolare il mantello rosso davanti al muso di un toro. Quel che accade dopo è tutto a rischio e pericolo del torero che azzarda la mossa. Durante la lunga chiacchierata nello studio di Italian Football Tv gli pongono una serie di domande sulla carriera: alcune le affronta e le stoppa di petto, su altre entra in tackle duro alla sua maniera. Ti arriva addosso come un treno e speri solo che non ti prenda in pieno. Schietto come sempre, parla con estrema sincerità. Una dote che pochi hanno.
A ‘Matrix' (il soprannome di battaglia quando era in campo) sottopongono una serie di quesiti, serbando quello sui bianconeri come ciliegina sulla torta. Menzionano la testata di Zinedine Zidane che risale al 2006 e lui, a fior di labbra, racconta cosa si sono detti: "Mi voleva dare la maglia… gli dissi: preferisco tua sorella". C'è ancora un retroscena ulteriore, lo regala svelando il contenuto dell'abbraccio con José Mourinho quando ormai tutti sapevano che il manager portoghese avrebbe lasciato i nerazzurri.
Il successo in finale di Champions League con il Bayern Monaco era stato il canto del cigno, l'epilogo più bello per lasciarsi e dirsi addio con un trionfo e la consapevolezza di aver dato (e vinto) tutto. L'immagine del tecnico che scende dall'auto e corre verso il suo calciatore per consolarlo è scolpita nella memoria dei tifosi.
"Era speciale, conosceva i nomi di tutti i nostri figli e di tutta la nostra famiglia", le parole di Materazzi verso l'ex allenatore. Ma quel momento di dolce amarcord trova la chiosa nella ruvidezza di un'altra battuta. Il riferimento è proprio a quel momento di tenera tristezza dopo il trionfo in Coppa: "Volete sapere cosa gli dissi quando mi abbracciò? Vaffa****o…. perché mi stava lasciando nella mani di Rafa Benitez".
Ultimo aneddoto che aggiunge un po' di pepe alla narrazione dei fatti: l'argomento scivola sulla Juventus, rivale storica dell'Inter. A Materazzi quasi si gonfia la vena sul collo e il concetto che esprime è una bordata pesante. "La rispetto come club ma dal punto di vista sportivo la odio".
Un'avversione che no dissimula affatto e ne spiega la portata aggiungendo un'altra considerazione a corredo delle finali di Champions perse dai bianconeri a Berlino nel 2015 contro il Barcellona (3-1) e a Cardiff nel 2017 contro il Real Madrid (4-1). Avesse trionfato in almeno una delle due avrebbe eguagliato il triplete interista. "Io c’ero a Cardiff e a Berlino quando persero – ha aggiunto Materazzi – il mio cuore batteva fortissimo, se avessero vinto sarebbe stato brutto".