Mastour non molla: “Il viaggio è ancora lungo, voglio giocare la Champions. Gattuso è un grande”
Continua la scalata di Hachim Mastour nelle gerarchie dell'Union Touarga Sport, club di Rabat che milita nel massimo campionato marocchino. Il 25enne trequartista emiliano ha giocato domenica scorsa la terza partita con la sua nuova squadra, mettendo nelle gambe 45 minuti. È stato un pareggio 2-2 tra le mura amiche (qui sotto il video delle giocate di Hachim) che lascia l'UTS a metà classifica del torneo dopo le prime 5 giornate. Mastour da un paio d'anni si è rimesso in gioco in Marocco, patria dei suoi genitori, ma a 25 anni si sente ancora giovane per tornare nel calcio europeo e provare a scalarlo fino ai massimi palcoscenici.
"Quando si tratta del mio sogno, sono ambizioso – spiega a Foot Mercato – Ovviamente mi piacerebbe giocare in Champions League o sul palcoscenico europeo un giorno. Di sicuro. Se mi sento uno spreco? Non ho rimpianti del genere. Dio ha un piano per ognuno di noi, ne sono sicuro. Ho imparato molto dalle mie esperienze sia a Milano, Malaga, PEC Zwolle, Reggina etc. Ho imparato molto sia come giocatore che come uomo. Il viaggio è ancora lungo".
L'ex enfant prodige del calcio italiano – che a 14 anni Adriano Galliani riuscì a strappare all'Inter, ma che poi non avrebbe giocato neanche un minuto in partite ufficiali con la prima squadra del Milan a dispetto di cinque anni di contratto – racconta la sua scelta di andare a giocare in Marocco, fatta nell'estate dell'anno scorso dopo una stagione trascorsa a casa da disoccupato, seguita alla risoluzione anticipata del contratto con la Reggina nel 2021.
"Ho scelto di giocare in Marocco perché il Marocco è il mio Paese. Volevo ricominciare da zero e ricostruirmi. Incontrai allora il presidente del Renaissance Club Athletic Zemamra (club di seconda divisione al tempo, promosso a fine stagione, ndr) e gli feci la promessa di vincere il campionato e di essere promosso e, da capitano, ci sono riuscito. Adesso ho scelto l'UTS perché il presidente mi ha semplicemente convinto. Cercavo un posto dove poter crescere e migliorare e il presidente mi ha convinto perché mi ha indicato esattamente la strada che cercavo. Voglio lavorare, migliorare e imparare il più possibile soprattutto giocando".
Mastour sembrava avviato a diventare un calciatore che avrebbe segnato un'epoca, invece finora la sua carriera è stata un susseguirsi di flop. Non lo hanno aiutato alcune persone a lui vicine, che non erano quelle giuste: "Sono un ragazzo a cui piace la pressione, ma non è stato facile. Fin da quando ero piccolo le persone si aspettavano molto da me. Ho sofferto molto, ho attraversato un periodo di depressione. Non è stato facile, ho lottato tanto e per fortuna la mia famiglia mi è stata vicina. Dire grazie dal profondo del cuore non è nemmeno sufficiente. Il mondo del calcio non è facile e incontri persone che non ti vedono come un ragazzo che cerca di realizzare il suo sogno, ma come una macchina da soldi. È così che sono stato percepito".
Il ragazzo nato Reggio Emilia spiega come ad un certo punto ha dovuto allontanare chi voleva solo lucrare su di lui: "Mi sono separato da certe persone perché sapevo la verità su di loro, era giunto il momento. Avevano promesso di rovinarmi e di non lasciarmi mai più giocare a calcio. Ne ho sofferto molto. Hanno offuscato anche il mio nome e la mia immagine e io ho sempre lottato contro i pregiudizi della gente sulla mia immagine. Sfortunatamente, i soldi ti fanno fare cose cattive. Non è buono. Ma sono sinceramente grato per tutto quello che mi è successo. Questo è ciò che mi ha reso la persona che sono oggi. Tutto questo mi ha fatto crescere e mi ha rafforzato sempre di più. Ogni percorso è diverso. Se posso dare un consiglio ai giovani è che se hai un sogno non dovresti mai arrenderti, anche se sei scoraggiato. Tutto accade al momento giusto, onestamente. E le persone possono ostacolare il tuo successo ma se ti impegni, ci credi e non ti arrendi, se è scritto che accadrà, ce la farai, tutto qui".
Mastour ha dovuto fare i conti con la disillusione di chi si è sentito tradito: "Il mondo è fatto così. Quando tutto va bene, tutti sono con te, dietro di te. Ma è quando le cose vanno male che capisci davvero chi ti ama davvero. O no. Oggi cerco di non basarmi sugli altri, ma di svolgere al meglio il mio lavoro, cercando di divertirmi e di far divertire la gente che vede me e il mio calcio. Ho smesso di calcolare quello che la gente diceva di me molto tempo fa".
Neymar e Gattuso sono due persone incontrate anni fa di cui Mastour parla con stima e affetto: "Lo spot della Red Bull con Neymar? È stato davvero incredibile incontrarlo (era il 2014, ndr). Neymar è il mio idolo. Siamo rimasti in contatto e mi ha anche mandato la sua maglia che ho appeso in camera mia. Mi aspettava a Barcellona in quel momento, volevo davvero giocare con lui. Vedremo in futuro. Gattuso è uno dei migliori allenatori che ho avuto. Con lui ho avuto un ottimo rapporto dentro e fuori dal campo. Merita tanto come allenatore perché è davvero bravo e porta il bel calcio nelle sue squadre. Colgo l'occasione per salutarlo calorosamente e augurargli in bocca al lupo per la sua nuova esperienza al Marsiglia".
"Oggi non ci sono più i numeri 10 di una volta, ma voglio ancora credere che nel calcio ci sia sempre spazio per il talento e la fantasia. Cerco di vivere giorno per giorno e partita per partita. Lavoro tutti i giorni, poi so che sarà il momento di mostrare le cose. Mi concentro sul presente adesso. Non si sa mai cosa accadrà in futuro. E poi, voglio vivere i momenti con sorpresa, senza sapere cosa mi aspetta", conclude il giovane Hachim. Chissà, forse lo rivedremo in Europa o in Italia: sì, il viaggio è ancora lungo.