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Mastour ha trovato squadra, torna a giocare in Italia: lo ha voluto Cristian Brocchi

Il 26enne calciatore sarà protagonista nella Kings League Italia con la formazione dello FC Zeta. A chiamarlo è stato il tecnico che lo ha allenato negli Allievi e nella Primavera del Milan.
A cura di Maurizio De Santis
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Hachim Mastour torna a giocare in Italia, lo farà ancora una volta con l'allenatore che ne accompagnò la crescita ai tempi delle giovanili del Milan. È Cristian Brocchi che ha voluto il "ragazzo" con sé nella rosa dello FC Zeta, squadra che giocherà nella Kings League Italia e fa riferimento ad Antonio Pellegrino, uno youtuber conosciuto in Rete con l'appellativo di ZW Jackson. Reduce dall'esperienza tra le fila dell'Union Touarga, il 26enne trequartista marocchino era svincolato dall'estate scorsa.

Allievi, Primavera rossonera poi la convocazione in prima squadra (senza mai avere la possibilità di esordire veramente): dieci anni fa la carriera di Mastour sembra pronta per spiccare il volo ma la fortuna s'è girata da un'altra parte. Quel talento che era considerato uno dei giovani più forti all'epoca non è ai riuscito a trovare la strada giusta né a esplodere. Malaga in Spagna, Pec Zwolle in Olanda, Pas Lamia in Grecia, Reggina e Carpi le formazioni che hanno scandito il suo pellegrinaggio in prestito nel corso degli anni, fino ai club marocchini Renaissance Zemamra e Touarga. Ora la nuova sfida con FC Zeta che lo ha ingaggiato come wild card.

La Kings League Italia è una nuova ripartenza per Mastour che era tornato a Reggio Emilia dopo l'esperienza più recente nel club nord-africano. Non è rimasto fermo, come lui stesso ha ammesso in un'intervista che risale a una decina di giorni fa: spiegò che per tenersi in forma si era affidato a un preparatore atletico, Stefano Cellario. "Mi tengo pronto per qualcosa che verrà", disse allora ribadendo che nella sua testa c'è sempre stata la stessa cosa: imporsi in Italia, per questo ha messo da parte le "richieste da Emirati ed Europa".

La dura realtà del campo lo ha riportato coi piedi per terra dopo quelli anni al Milan in cui si sentiva "un supereroe perché quella maglia mi faceva volare". Gli era sembrato di toccare il cielo con un dito: condivideva gli allenamenti con calciatori come Kakà, Robinho, Mexes, De Jong… ma non aveva ancora le spalle abbastanza larghe per capire che sarebbe stato meglio non fare certe cose: "Dribblare con un tunnel o un sombrero poteva dare fastidio ma non me ne rendevo conto".

Lo ha capito sentendo direttamente sulla pelle cosa vuol dire. "Farei step più lenti, mi godrei ogni anno. Filippo Galli me lo diceva e aveva ragione. Io non avevo nessuno che mi guidasse e i social in quegli anni sono esplosi". Non è mai troppo tardi per ricominciare.. Provaci ancora, Hachim.

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