Massimo Ferrero torna in libertà ma è rinviato a giudizio: scoppia in lacrime alla notizia
Massimo Ferrero rinviato a giudizio ma rimesso in libertà con la revoca degli arresti domiciliari. È la decisione presa dal gup del Tribunale di Paola sull'ex presidente della Sampdoria che al processo dovrà difendersi dall'accusa di bancarotta e altri reati societari legati al fallimento di quattro differenti aziende che avevano sede in Calabria (ad Acquappesa, sulla costa tirrenica cosentina) e operavano nei settori cinematografico, alberghiero e turistico. Erano la Ellemme spa, Blu Cinematografica srl, Blu Line srl e Maestrale srl, dichiarate fallite tra il 2017 e il 2020. Tutte collegate, secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza, alla Holding Max, la controllante dei vari consorzi che figurano nella galassia di interessi riconducibili a "er viperetta" (il soprannome dell'ex patron dei blucerchiati).
In aula compariranno anche altri otto imputati coinvolti a vario titolo nella vicenda giudiziaria: la figlia Vanessa e il nipote Giorgio, l’ex moglie Laura Sini, i contabili Aniello Del Gatto, Roberto Coppolone, Cesare Fazioli, Giovanni Fanelli, Paolo Carini. L'ex massimo dirigente dei liguri era stato fermato il 6 dicembre scorso a Milano e successivamente tradotto in carcere in San Vittore. Vi era rimasto fino al 23 dicembre quando il gip acconsentì alla possibilità di continuare il periodo di detenzione nella sua abitazione romana. Torna in libertà ma resta interdetto dall'attività imprenditoriale.
Il processo inizierà il 21 settembre prossimo e segnerà un altro capitolo della vicenda partita da quello che gli inquirenti hanno definito un "dissesto finanziario ed economico immane". Secondo la tesi dell'accusa, Ferrero avrebbe distratto fondi appartenenti a una società (la cui sede era nello studio di un commercialista cosentino) per evitare che finissero nel paniere dei creditori. Il "cerchio di raggiri" messi in atto per la situazione di estrema difficoltà sarebbe stato alimentato per sostenere un sistema di "scatole cinesi", legate all'ex presidente della Sampdoria, a suoi parenti diretti e collaboratori più stretti, e provare a liberarsi dalla morsa di crediti molto onerosi.
I legali di Ferrero, Nicola Carratelli e Francesca Conte, hanno chiesto e ottenuto la revoca della misura restrittiva poiché non sussistevano più esigenze cautelari: sia perché le aziende del gruppo sono sotto il controllo dell'autorità giudiziaria sia per le condizioni fisiche e psicologiche dell'ex patron che viene descritto come "molto provato" da quanto accaduto (si legge su Il Messaggero) e di essere scoppiato in lacrime quando i suoi difensori gli hanno comunicato che sarebbe tornato in libertà prima di affrontare il processo.