Massimiliano Allegri ha vinto anche quest’anno (senza panchina): i rimpianti del mondo Juventus
La Juventus stenta, i tifosi sono furiosi, Maurizio Sarri è sempre più un ‘dead man walking‘ ad un passo dall'addio anticipato al club bianconero solamente dopo una (tormentata) stagione. La ‘grande' rivoluzione si è già conclusa ancor prima di prendere forma e consistenza, accettando di salutare Max Allegri e creare un nuovo ciclo vincente. Nulla di più sbagliato, stando ai conti e ai risultati del campo perché questa Juventus stava meglio prima, anche se si portava dietro il fardello dei fallimenti in Europa con le finali perse in Champions League.
Eppure, in finale la Juventus era riuscita ad arrivarci e in campionato, lo scudetto è arrivato sempre in scioltezza. Quest'anno si fatica, la sensazione è che sia più un titolo perso dalle avversarie che realmente conquistato dai bianconeri. Un pensiero che non fa dormire sonni sereni ai tifosi juventini che contano già due finali perse nella gestione Sarri, Supercoppa italiana e Coppa Italia. La Serie A è considerata da sempre un obiettivo minimo, non può essere considerata un successo assoluto, soprattutto se arriva in questo modo, con le avversarie che non appaiono all'altezza della situazione.
Con Sarri, la Juventus non ha per nulla cambiato pelle né il vizio: le finali restano indigeste con l'aggravante di non avere sviluppato né un gioco all'altezza delle aspettative né un progetto che abbia la consistenza di poter durare nel tempo. E' per questo che l'ex tecnico bianconero – che si è preso un anno sabbatico dopo un trittico juventino da antologia – è l'unico reale vincitore al momento in questa Juve.
Allegri aveva intuito che non bastava smistare il traffico con qualche inserimento e nemmeno contare sul secondo anno di Cristiano Ronaldo o l'eventuale rinascita calcistica di Dybala. Aveva chiesto altro, soprattutto dal mercato, che non è stato garantito portando ai saluti finali, con la società che si era illusa di migliorarsi attraverso il ‘sarrismo'. Che oggi appare come una sconfitta evidente. E il 9° scudetto consecutivo non può essere un motivo di esultanza, visto che è arrivato sull'inerzia di quanto costruito negli anni precedenti.