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Mascherano e quell’infortunio all’ano che valse una finale Mondiale

Javier Mascherano ha annunciato il suo addio al calcio a 36 anni. Si ritira ‘el jefecito’, uno dei simboli dell’Argentina che nel Mondiale 2014 in Brasile ha sfiorato la vittoria della Coppa. Protagonista di un intervento in tackle su Robben al 90°, subì un infortunio tanto imbarazzante quanto grottesco.
A cura di Maurizio De Santis
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Javier Mascherano ha annunciato il suo addio al calcio. El jefecito dell'Argentina appende le scarpette al chiodo a 36 anni, chiudendo la carriera in patria e con la maglia dell'Estudiantes. "È arrivato il momento di dire basta", ha ammesso in conferenza stampa l'ex mediano del Barcellona e dell'Albiceleste, il calciatore che più di tutti ha rappresentato l'immagine di una Seleccion che ha creduto nel sogno Mondiale in Brasile, arrivando a un passo dalla conquista della Coppa poi persa in finale contro la Germania (1-0).

Il suo tackle su Arjen Robben nella sfida contro l'Olanda è da manuale del calcio, per i difensori e per gli appassionati. Quel gesto atletico, misto di prodezza e scelta perfetta del tempo d'entrata, è tra i fotogrammi di quell'edizione iridata: fu grazie a quell'intervento disperato, fortunato che i sudamericani restarono in partita in extremis, con il cronometro oltre il 90° e il risultato ancora fermo sullo 0-0.

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Mascherano ricorda tutto come fosse ieri. Impossibile dimenticare momenti di quel tipo. Quando ci pensa e lo racconta sorride. Puoi vedere attraverso i suoi occhi la sequenza videoclip di quell'azione culminata con un infortunio muscolare abbastanza singolare. Dopo aver sbarrato la porta all'ala ‘arancione', l'ex blaugrana restò a terra dolorante per qualche minuto.

Pensavo di non farcela, che avrei rischiato il calcio di rigore e l'espulsione ma sono stato fortunato nell'arrivare sulla palla – disse allora Mascherano -. Robben perse l'attimo giusto e io lo sfruttati per recuperare Il dolore che provai fu terribile… con quel movimento mi sono strappato l'ano. Mi spiace se sembro volgare ma è ciò che mi è successo in quell'azione.

Nonostante il dolore el jefecito restò regolarmente in campo. Disputò i supplementari e accompagnò i compagni di squadra fino alla lotteria dei calci di rigore battuti con freddezza e precisione da Messi, Garay, Aguero e Maxi Rodriguez.

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