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Marotta e quel sottile piacere: “Decidere il destino della Juve da campione d’Italia”

Nello Scudetto dell’Inter c’è la mano decisiva non solo di Antonio Conte, ma anche di Beppe Marotta. Il duo, ricompostosi in nerazzurro dopo i trionfi alla Juventus, adesso ha la possibilità di completare la propria rivincita il prossimo 15 maggio, quando allo Stadium si giocherà lo scontro diretto. Le motivazioni saranno massimali: “È il bello dello sport”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Dietro un grande tecnico c'è sempre un grande dirigente, si può ben dire, parafrasando un celebre detto. Mai verità fu più sacrosanta guardando lo Scudetto portato a casa dall'Inter in questa stagione: se il condottiero sotto i riflettori è Antonio Conte, alle sue spalle c'è la sagoma non meno decisiva di Beppe Marotta. Col ghigno di chi sa di aver piazzato il colpo che dà valore ad una carriera, ovvero ripetersi ai massimi livelli in una piazza diversa dalla Juventus.

Quella Juve su cui oggi respinge fermamente le voci circa un possibile ritorno: "Lo escludo. È un'eventualità mai presa in considerazione né, tantomeno, mai ho ricevuto richieste da Torino. C’è solo l’Inter. Adesso con Antonio vogliamo aprire un ciclo lungo e ricco di successo. La garanzia assoluta è lui. Ha inculcato nella squadra la mentalità vincente. Questo è il quinto titolo che vince in dieci anni. Conte è il migliore".

Parole che sono musica per i tifosi dell'Inter, non meno di quelle che l'Ad nerazzurro dedica alla sfida contro la Juventus, in programma alla penultima giornata. Soltanto una passerella trionfale per Lukaku e compagni, mentre la squadra allenata da Pirlo si gioca la stagione con l'obbligo tassativo di conservare un posto tra le prime quattro per qualificarsi alla prossima Champions: "Sarà gratificante tornare da campione d’Italia a Torino, sabato 15 maggio, per decidere il destino della Juve. È il bello dello sport".

Nell'intervista a ‘Tuttosport', Marotta esalta il tecnico che ha spezzato la tirannia della Juventus sul suolo italiano: "Voglio sottolinearlo ancora una volta e ancora con forza: il merito principale e straordinario di questa impresa deve essere ascritto ad Antonio. Lui, l'allenatore giusto preso al momento giusto. Questo tricolore nasce non soltanto dalla sua cultura del lavoro, dalla sua capacità di cementare il gruppo. Nei mesi più delicati che abbiamo vissuto dall’inizio dell'anno, per via delle questioni societarie, Conte ha saputo isolare l'area sport dell'Inter, rendendola totalmente impermeabile alle situazioni esterne. In questo è stato formidabile e garantisco che non sarebbe stato facile per nessuno".

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