Marocco, squadra obbligata a giocare nonostante 26 casi positivi al Coronavirus
Nel calcio che prova a riconquistare i suoi spazi in tempi di pandemia non mancano storie fuori da ogni logica e prive di buonsenso. Come quella che riguarda l'Ittihad Tangeri, squadra della massima divisione marocchina. Il campionato riprende tra oggi e domani con i primi incontri disputati dallo scorso mese di marzo ma la situazione dell'Ittihad, guidato dall'tecnico spagnolo Juan Pedro Benali, è estremamente delicata. L'ha denunciata proprio il ‘Sienpre', il sindacato iberico degli allenatori professionisti, raccontando come la squadra sarà costretta dalla federazione marocchina a scendere in campo nella giornata di domani nonostante 26 casi di positività al Coronavirus.
Tra questi c'è appunto Benali, come confermato dal ‘Sienpre': "Juan Pedro Benali è malato di COVID-19 e la federazione marocchina ha confermato che la sua squadra, in cui ci sono 26 contagiati, dovrà giocare tra pochi giorni senza entrare in quarantena. Benali sta assumendo anticoagulante e corticosteroidi affinché la malattia non aggravi la sua situazione. È una persona a rischio e ha febbre altissima da tre giorni" .
Per Benali, prosegue la nota del ‘Sienpre', si tratta del "momento più difficile della sua carriera sportiva e della sua vita. Dall'unione vogliamo mandargli il nostro sostegno sperando che la federazione non costringerà la sua squadra a competere in queste condizioni. La salute in questo momento è la cosa più importante poiché ci sono 26 membri del personale con COVID-19".
L'Ittihad Tangeri, da calendario, dovrebbe giocare nella serata di martedì 11 agosto la prima partita di campionato dopo il lockdown contro il Renaissance Sportive Berkane. La squadra attualmente occupa il penultimo posto in classifica a dieci giornate dal termine e rischia la retrocessione. Ma in questo momento è l'ultimo dei problemi.