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Mario Vargas Llosa e il suo amore per il calcio: andò a vedere Pelé durante la luna di miele

Il mondo piange la morte di Mario Vargas Llosa, premio Nobel per la letteratura nel 2010: il romanziere peruviano era un grande appassionato di calcio, tifoso dell’Universitario de Deportes.
A cura di Vito Lamorte
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Il mondo piange la morte di Mario Vargas Llosa, premio Nobel per la letteratura nel 2010 che è scomparso all'età di 89 anni a Lima. La sua penna e i suoi scritti, oltre all'impegno politico, sono già noti e rimarranno nella storia ma non tutti conoscono la passione per il calcio del romanziere peruviano.

Giocava e amava il calcio da giovane, ma la storia d'amore con questo sport non si è mai spenta e ha raccontato il ‘futbol' in saggi, interviste e rubriche. Vargas Llosa era un grande tifoso dell'Universitario de Deportes, squadra che nel 2011 lo ha nominato socio onorario del club: "Esprimo con tutto il cuore la mia gratitudine per questo omaggio che il club mi ha reso, nominandomi socio onorario, ad un uomo che è tifoso della U da oltre 60 anni. È l'omaggio più toccante che abbia mai ricevuto. La U è molto più di una squadra di calcio; è un mito, una leggenda, una tradizione, una delle storie più belle che lo sport peruviano abbia mai scritto".

Mario Vargas Llosa andò a vedere Pelé durante la luna di miele

Il premio Nobel ha rivelato che durante la sua luna di miele in Brasile portò la moglie a vedere una partita di Pelé: nel 1965, Vargas Llosa vide O Rei segnare due gol contro la Germania in una partita giocata al Maracana di Rio de Janeiro dalla Seleçao.

Fu lo stesso scrittore a svelare questo episodio in un'intervista al quotidiano spagnolo AS: "Mia moglie mi prende sempre in giro per una cosa. Ci siamo sposati e siamo andati in luna di miele a Rio. Il giorno dopo il nostro arrivo, l'ho portata al Maracaná per vedere Pelé. La mia luna di miele è stata proprio questa. Era una partita Brasile-Germania in cui Pelé ha segnato due gol".

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Vargas Llosa, cronista a Spagna 82 e calcio d'inizio al Bernabéu con il Real

"Emozionante e vuoto". Sono due degli aggettivi con cui Mario Vargas Llosa ha definito il calcio e nella sua esperienza di cronista del Mondiale del 1982 in Spagna aveva spesso sottolineato la sua passione per questo sport. Sulla partita inaugurale tra Belgio e Argentina (1-0) del 13 giugno scrisse: "Ora basta, è arrivato il re, le squadre sono scese in campo, il Mondiale è stato dichiarato aperto, la partita è iniziata. Basta scrivere, divertiamoci un po'".

Nei suoi articoli per il quotidiano spagnolo El País rifuggiva alla logica del calcio come intrattenimento per le folle poco istruite: "Coloro che pensano che ciò impoverisca intellettualmente il pubblico dimenticano che divertirsi è una questione importante. (…) Possono goderselo allo stesso modo gli intelligenti e gli sciocchi, gli istruiti e gli ignoranti".

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Il nome di Mario Vargas Llosa è legato anche al Real Madrid, club che lo ha invitato a battere il calcio d'inizio nella partita contro il Valencia dopo aver ricevuto il premio Nobel: era il 4 dicembre 2010 e lo fece insieme agli allora capitani di entrambe le squadre, Iker Casillas e Joaquín.

Per lo scrittore peruviano lo sport è "uno degli ingredienti fondamentali della cultura e della società di un paese" e "il calcio è uno sport che abbatte i confini che separano la società, le persone e le tradizioni".

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