Mario Rui denunciato al CONI dal suo procuratore: cosa è successo tra il calciatore del Napoli e Giuffredi
Dopo esser stato messo fuori rosa dal Napoli ed escluso dalla lista per la Serie A stilata dal nuovo allenatore Antonio Conte, Mario Rui deve ora fare i conti anche con la rottura definitiva con lo storico procuratore, Mario Giuffredi. E, come avvenuto con la società di Aurelio De Laurentiis (si è rivolto all'AIC per chiedere il reintegro in rosa), anche in questo caso la vicenda finisce in un tribunale sportivo. L'agente, che cura i suoi interessi da dieci anni, ha infatti presentato un’istanza arbitrale presso il Collegio di Garanzia dello Sport presso il CONI contro il terzino portoghese.
A comunicarlo è stato lo stesso CONI con una nota diramata sui propri canali ufficiali: "Il collegio di Garanzia dello Sport ha ricevuto un’istanza arbitrale presentata ex art. 22, comma 2, del Regolamento Agenti Sportivi del CONI, dalla M.A.R.A.T. Football Management S.r.l., in persona dell’Amministratore Unico ed Agente Sportivo, sig. Mario Giuffredi, contro il sig. Mario Rui Silva Duarte, in virtù del contratto di mandato stipulato in data 2 dicembre 2019, con il quale il suddetto intimato calciatore ha conferito l’incarico alla odierna istante di curare i suoi interessi per la conclusione e/o rinnovo di un contratto di prestazione sportiva professionistica e dei negozi ad esso collegati" si legge infatti nel comunicato.
Il decennale rapporto tra i due finirà dunque a colpi di carte bollate. Due i principali motivi che avrebbero portato alla rottura tra Mario Rui e il suo procuratore. In primis il comportamento tenuto dal calciatore nel corso dell'ultima sessione di calciomercato dove, nonostante gli fosse stato chiarito fin dal primo momento che non rientrasse nei piani del nuovo tecnico Antonio Conte, ha rifiutato tutte le offerte giunte da squadre interessate ad acquistarne il cartellino dal Napoli (quelle del Valladolid, Nizza, Aris Salonicco e San Paolo) adducendo motivazioni personali restando dunque in Campania da fuori rosa (si allena a parte nelle strutture del club ma in orari diversi rispetto al resto della squadra) chiedendo il rispetto del suo contratto, rinnovato dopo lo scudetto, da 2 milioni di euro all'anno (bonus compresi) con scadenza 2026. E poi, probabilmente la goccia che ha fatto traboccare il vaso, la scelta di coinvolgere l'Associazione Italiana Calciatori (non affidandosi invece a lui) per quel che riguarda la richiesta di reintegro in rosa che ha ormai assunto una dimensione legale.