Marino, d.g. dell’Udinese: “Il campionato di Serie A può essere sospeso a causa del Coronavirus”
Il campionato di calcio di Serie A riparte domenica 8 marzo, le partite si giocheranno a porte chiuse fino al 3 aprile. L’allarme per il Coronavirus però ovviamente continua, perché il picco del contagio sembra debba ancora arrivare. E se anche un calciatore sarà contagiato il campionato sarà sospeso. In pratica si torna a giocare ma senza tante certezze. Il direttore generale dell’Udinese Pierpaolo Marino è pessimista e teme che il campionato potrebbe non concludersi regolarmente.
Il campionato di Serie A potrebbe essere sospeso
In un’intervista concessa a ‘Radio Sportiva’ Marino, navigatissimo uomo di calcio, teme che il Governo possa sospendere in modo definitivo il campionato, prima o poi, e senza giri di parole il d.g. dell’Udinese ribadisce che il campionato potrebbe non terminare regolarmente:
Fatico a credere che questo campionato si possa concludere regolarmente: gli scenari sono imprevedibili, ci dobbiamo preparare anche a ipotesi peggiori. Se quello che è successo a squadre di Serie C succede anche a quelle di Serie A cosa facciamo? Non ci stiamo rendendo conto che stiamo entrando in un percorso come quello dei film apocalittici, che ci può vedere protagonisti: il governo prima o poi potrebbe sospendere il campionato, in paesi come la Cina è successo.
Le preoccupazioni del direttore generale dell’Udinese Pierpaolo Marino
Ora tutte le partite si disputeranno a porte chiuse, ovviamente il calcio perde tanto senza tifosi ma le regole sono queste e tutte le società devono adeguarsi. Il problema però riguarda i calciatori che, tra qualche settimana, viaggeranno all’estero e giocheranno con le rispettive nazionali e in quel momento i rischi aumenteranno:
Nel momento in cui il calcio si svolge senza pubblico, è uno spettacolo che viene svilito ed è una penalizzazione per tutti, ma ci dobbiamo adeguare alle misure che sono state prese per non sospendere le attività e per indicare che la vita continua. È quasi un mese che abbiamo vietato ai calciatori viaggi all’estero e di recarsi in luoghi affollati, ma la vita di spogliatoio e di campo non cambierà: abbiamo una situazione protetta ma quando vai in trasferta non conta giocare a porte chiuse o aperte, i rischi sono quelli dei viaggi.